Centoventiquattro nuovi casi di Aids emersi da 14.000 test effettuati in Abruzzo negli ultimi 4 anni (2015-2018), in seguito a uno screening sulle malattie infettive. Un dato che testimonia che il virus è ancora diffuso, soprattutto tra i giovani, e che richiede un alto livello di attenzione e periodici controlli della popolazione. I numeri sono emersi in un incontro dibattito che si è svolto a L'Aquila e dal titolo "Attualità e nuove strategie in Hiv»", a cui hanno partecipato i massimi specialisti dell'Abruzzo di malattie infettive e Gabriella D'Ettorre del policlinico Umberto I Università di Roma.
"Con le nuove cure - spiega Alessandro Grimaldi, direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale di L'Aquila - oggi l'Hiv viene trattato come una malattia cronica ma, per contrastarla al meglio, è necessario che venga individuata nella fase iniziale. In virtù delle campagne di sensibilizzazione si è ridotto di molto il numero di coloro che scoprono tardivamente di essere affetti dalla patologia ma la guardia deve restare alta". Il test Hiv può essere prenotato tramite il portale regionale www.failtestanchetu.it. Alla data fissata si va in uno degli ospedali accreditati, ossia L'Aquila, Avezzano, Pescara, Chieti, Teramo o Vasto. Negli ultimi anni, a seguito dei costanti appelli a fare il test Hiv, l'ospedale di L'Aquila è riuscito ad attrarre nell'orbita della prevenzione un'ampia quota di giovani, soprattutto tra 20 e i 35 anni. Si tratta di studenti universitari a cui si aggiungono ragazzi già inseriti nel mondo del lavoro.
Dai 14.000 test, compiuti in Abruzzo sono emersi dati significativi di altre malattie. "Dallo screening - riprende Grimaldi - è scaturito che, al 31 dicembre dello scorso anno, 464 persone erano affette da epatite B, 520 da sifilide e 280 da epatite C. Quasi il 10% (equivalente a 1.388 pazienti) aveva una delle quattro malattie su cui verteva l'indagine medica". Il monitoraggio ha coinvolto soggetti con un'età media di 40 anni ma con una 'forbice' compresa tra 18 e 70 anni.
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