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Roccascalegna (Ch) 23 mar. '15 - Geologi, ingegneri e topografi, con radar e laser, all'opera per arginare e bloccare la frana che, a Roccascalegna, il 20 marzo scorso, ha interessato lo sperone di roccia arenaria a cui è abbarbicato il celebre castello medievale. Specialisti che lavorano anche con l'Università di Bologna e della Sal Engineering dell'Emilia Romagna hanno effettuato sopralluoghi ed eseguito rilievi per trovare una soluzione ad uno smottamento che va fermato al più presto. C'è stato anche un sopralluogo degli esperti del Genio civile e dei vigili del fuoco. Della Regione Abruzzo finora non s'è visto nessuno. 


"E' attivo - spiega il sindaco Domenico Giangiordano - un tavolo tecnico in Comune e l'area del dissesto viene monitorata, certo per quello che possiamo con le nostre forze. Aspettiamo ora la relazione degli esperti, gli stessi che si stanno 'occupando' della rupe di San Leo di Romagna, per decidere il da farsi. La situazione è difficile, ma qui siamo costantemente al lavoro, perché in ballo c'è uno dei gioielli storico-architettonici d'Abruzzo". Il disseto risale, dunque a tre giorni fa. All'improvviso, intorno a mezzogiorno, si è sgretolato, in enormi massi, che sono scivolati anche nel bosco sottostante, il costone su cui è situata la fortificazione del XIII secolo. Dietro ad essa è situata la medievale chiesa di San Pietro che, nella frana, ha perso una parte delle fondamenta. 
La struttura, infatti, è ora sospesa per un tratto nel vuoto. E' scattata l'allerta. L'amministrazione civica si è immediatamente attivata. Il primo cittadino, con propria ordinanza, ha disposto la chiusura di tutte le stradine panoramiche e turistiche che arrivano fin sotto la chiesa... in bilico. E ha avvisato Protezione civile, Genio civile, ministeri e Regione.

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