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Santa Maria Imbaro (Ch) 01 apr. '14 - Sessanta licenziamenti su circa 100 dipendenti. Scatta così il cosiddetto piano di risanamento della Fondazione Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Ch). Questa mattina i sindacati sono stati convocati dal Consiglio di amministrazione della Fondazione per discutere del piano di risanamento approvato nei giorni scorsi. Nessun margine di trattativa: il cda ha comunicato brutalmente che da oggi parte la procedura di licenziamento collettivo per una sessantina di dipendenti. Una doccia fredda per gli stessi sindacati che erano intervenuti per mediare ancora sul piano di risanamento. Ampie rassicurazioni sulla salvaguardia dei posti di lavoro erano state date dai due soci istituzionali della fondazione, la Provincia di Chieti, attraverso il presidente Enrico Di Giuseppantonio, e la Regione Abruzzo rappresentata dal presidente della commissione bilancio Emilio Nasuti. I licenziamenti invece sembrano oggi l'unica scelta in grado di aver messo tutti d'accordo, direzione scientifica del Negri Sud e soci istituzionali. "La politica e le istituzioni devono prendersi la responsabilità di questa situazione - hanno detto Sergio Aliprandi (Filcams Cgil) e Ernesto Magnifico (Fisascat Cisl) e Rita Candeloro (Cgil) -. Un cda composto da politici che nulla hanno a che vedere con la ricerca ha prodotto questi risultati". Intanto la cassa integrazione è scaduta lo scorso 28 marzo e i dipendenti sono in arretrato di 10 mensilità di stipendio. Questa mattina i ricercatori, borsisti e tecnici del Negri Sud sono scesi davanti all'ingresso della struttura di Santa Maria Imbaro, dove si sono anche simbolicamente incatenati. I sindacati hanno annunciato lo sciopero immediato e un presidio permanente davanti il Negri Sud a partire da domani. Prevista anche una manifestazione il prossimo 7 aprile in occasione di un consiglio provinciale straordinario proprio sulle difficoltà del Negri. "L'avevamo paventato da tempo che il futuro della fondazione era avvolto nella nebbia - intervengono in una nota i capigruppo consiliari Camillo D'Amico (Pd), Giovanni Mariotti (Sel), Eliana Menna (Idv), Nicola Tinari (Prc) - che non c'era una precisa strategia su come disegnare un futuro concreto, che regna una sovrana incertezza sui ruoli dei dirigenti in virtù del fatto che non è a nostra conoscenza quale statuto governi i processi decisionali perché parrebbe vigerne uno completamente diverso da quello deliberato dal Consiglio provinciale. Mai si è fatta chiarezza sulle responsabilità pregresse circa le disastrose gestioni finanziarie che hanno fatto maturare un debito consistente il quale, nonostante la nuova figura giuridica (fondazione in luogo del consorzio), rimane ancora interamente da saldare". "A tutto questo - concludono i capigruppo di minoranza - resta da comprendere e capire il ruolo della Regione Abruzzo che ha prodotto una legge di scopo ma non l'ha accompagnata con uno stanziamento certo su cui far affidamento per programmare le attività ed il possibile rientro del debito pregresso. La Provincia di Chieti ha fatto sino in fondo il proprio dovere concedendo in usufrutto l'immobile dove ha sede la fondazione anche se, da sussurri che ci pervengono, il presidente Di Giuseppantonio sarebbe stranamente pentito di questa scelta". "Più che un piano di risanamento quello in atto al Mario Negri Sud è uno smantellamento di un centro di ricerca, che dovrebbe rappresentare un punto di forza in qualsiasi strategia di sviluppo territoriale regionale": lo dichiara, invece, in una nota il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo. "I lavoratori e le lavoratrici che stanno protestando - prosegue - difendono non solo il proprio posto ma anche una prospettiva per tutto il territorio. E' incredibile - osserva - che in una regione in cui abbiamo un vitale bisogno di studi e ricerche in campo ambientale e sanitario, non si riesca più a valorizzare questa presenza che, va ricordato, è nata grazie a fortissimi finanziamenti pubblici. Con senso di responsabilità bisogna dire che la questione non è solo di risorse economiche, ma riguarda una capacità di progettare e costruire un futuro per una realtà così importante. L'inadeguatezza del governo regionale e dei suoi rappresentanti richiama la necessità che le istituzioni finalmente comprendano che più che appartenenze e clientele è ora di mettere in rete competenze e intelligenze. Il Mario Negri Sud - conclude Acerbo - ne ha prodotte tante dagli anni '80 ed è un vero delitto che non si sia riuscite a valorizzarle". 


 Daria De Laurentiis

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