Sevel. Febbo: 'I lavoratori non possono scioperare contro nuovi turni'. Fiom e Usb: 'Vada alla catena di montaggio'

"In un momento di possibilità di crescita del segmento di mercato dei veicoli leggeri prodotti da Sevel, ad Atessa (Ch), al contrario dell'andamento generale del mercato automotive, riteniamo che i lavoratori non possano scioperare contro i nuovi turni".

Lo dichiara, in una nota, l'assessore regionale Mauro Febbo, scatenando le ire dei sindacati. Fiom, Fim e Usb hanno infatti indetto per domani uno sciopero di otto ore, proprio contro la nuova turnazione.

Febbo rimarca: "Perché negli stabilimenti Fca di Molise e Basilicata non ci sono problemi e in Abruzzo sì?" Febbo evidenzia che in questi giorni si registra "un grande fermento intorno a Sevel con scioperi contro la nuova programmazione di turnazione. È chiaro che la Regione ritiene la Sevel un tesoro molto prezioso che rappresenta da sola circa il 50% delle esportazioni totali regionali e quindi merita la giusta attenzione".

Il 27 settembre una delegazione della Regione Abruzzo, costituita dal presidente Marco Marsilio e dallo stesso Febbo, ha visitato lo stabilimento del Ducato. Si è discusso "di competitività - viene fatto presente - e della necessità di incrementare quella abruzzese, nei confronti di altre aree, per mantenere e sviluppare il sito della Val di Sangro. Ognuno deve fare la propria parte; la Regione ha già individuato le sue aree di intervento e le azioni necessarie in termini di infrastrutture, competenze e ricerca".

"Pertanto - conclude Febbo - invitiamo ad aprire un tavolo specifico tra azienda e sindacati, dando la disponibilità della stessa Regione a farsi garante, al fine di trovare soluzioni concrete e concordate ma bisogna evitare di creare problemi in un periodo in cui esiste una penuria di lavoro".

Risposta al vetriolo quella di Alfredo Fegatelli, segretario regionale Fiom: "Certe persone - tuona il sindacalista - prima di parlare dovrebbero aver avuto l'esperienza di stare alla catena di montaggio per qualche anno. Va portato rispetto a quanti - prosegue - stanno rivendicando i loro diritti, messi in discussione dal contratto in auge. Soprattutto serve rispetto per quei dipendenti  di una fabbrica dai risultati record grazie al sacrificio dei lavoratori e lavoratrici che oggi, legittimamente, chiedono certezze sul loro futuro e migliori condizioni”. Per Fegatelli quindi ''se la politica volesse dimostrare qualche interesse, invece di esprimere giudizi, facesse pressioni per far convocare la Fca al ministero dello Sviluppo economico, per conoscere i reali interessi del gruppo, in particolare per Sevel''.

“E’ evidente - dice Fabio Cocco, Usb - che Febbo parla senza conoscere minimamente le vicende. I lavoratori - sottolinea- non si sono mai rifiutati di fare nessuna turnazione; il conflitto nasce dal fatto che a fronte di un aumento produttivo, derivante da nuova turnazione, occorre un riconoscimento economico, come è giusto che sia. E naturalmente - prosegue - solo chi sta alla catena di montaggio può capire cosa significa lavorare fino alle 22.15 di sabato sera,  tornare a casa a mezzanotte e nuovamente alzarsi la mattina del lunedì alle 4 per tornare sulla catena di montaggio. Per questo si chiede anche una riduzione dell'orario di lavoro nella giornata del sabato,  per consentire agli operai anche una vita famigliare un po’ più dignitosa”.

”Poi - chiude l’Usb- è insopportabile sentire la solita storia delle crisi industriali per le quali, secondo certi ragionamenti, bisogna ritenersi fortunati ad avere un‘occupazione, in nome della quale si dovrebbe accettare di tutto, magari anche le peggiori condizioni di lavoro e magari anche senza salario, in nome del Pil regionale”.

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