Chieti. Medici di famiglia 'restituiscono' i camici. 'Non siamo salvadanai. Asl indifferente, avanti verso lo sciopero'
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"Siamo medici, non salvadanai". E ancora "Siamo persone, non bilanci", "Difendiamo la libertà clinica e la salute dei pazienti". 

In silenzio, con rispetto per il proprio ruolo, i medici di famiglia della Asl Lanciano-Vasto-Chieti hanno detto basta.

Questa mattina, a Chieti, hanno riconsegnato simbolicamente i loro camici alla direzione strategica dell’azienda sanitaria. Corteo, cartelli e camici poi appesi davanti agli uffici dei vertici Asl. Gesto per denunciare un clima di costanti e intollerabili pressioni e contestazioni che rende sempre più difficile svolgere la professione.

"Vogliamo una Asl che rimetta al centro il paziente e il medico, non solo i bilanci. Vogliamo una Asl che torni a costruire salute", hanno spiegato i dottori, sottolineando come da tempo lavorino sotto una "spada di Damocle": ogni giorno, raccontano, arrivano Pec con richiami e contestazioni.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la convocazione di numerosi medici per giustificare prescrizioni di gastroprotettori risalenti al 2023.  "Tanti colleghi sono stati chiamati a “processo” – dichiara Mariapaola Di Sebastiano, segretaria provinciale della Fimmg – per spiegare prescrizioni del tutto legittime. La Asl, con questa azione, vorrebbe recuperare 70 mila euro. La direzione generale non si è degnata di scendere per ascoltare le nostre ragioni, e da quattro mesi non convoca i comitati aziendali. A questo punto andremo avanti dritto verso lo sciopero".

Al sit-in di protesta si aggiunge la solidarietà delle istituzioni. Il sindaco di Atessa (Ch), Giulio Borrelli, appena rieletto nel comitato ristretto dei sindaci della Asl, ha espresso sostegno ai camici bianchi: "I problemi posti - afferma il primo cittadino - sono seri e vanno affrontati con il dialogo dai vertici aziendali, nell’interesse dei cittadini che chiedono una sanità rispondente alle loro esigenze. Solo con un confronto serio e approfondito possono essere trovate le migliori soluzioni". 

"Un’aggressione a freddo, senza che ci sia stato un conflitto, una divergenza, un contraddittorio, o richieste negate e respinte al mittente. Per questo la protesta inscenata dalla Fimmg mi lascia a dir poco basito". Si esprime invece così il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti,  Mauro Palmieri in merito alla dura posizione assunta dai medici di medicina generale per le “vessazioni”  subite. 

"Non mi risulta la pressione a cui i medici si dicono sottoposti - prosegue Palmieri - . Applicare le norme non è una colpa, e nemmeno una scelta: è nostro preciso dovere, così come lo è richiamare l’attenzione dei professionisti ai criteri dell’appropriatezza, sia nella prescrizione di farmaci che di prestazioni, senza che se ne sentano oltraggiati. In tempi di magra come questi, le risorse assegnate vanno spese in modo corretto, che non vuol dire né tagliare né risparmiare. Ma nell’eventualità di un eccesso di zelo mostrato dai nostri uffici, con contestazioni ritenute esagerate, ci saremmo potuti confrontare nel merito, se solo lo avessero chiesto o segnalato".

A sostenere i camici bianchi, invece, è la Casa del Popolo di San Salvo (Ch) che scrive: "I medici vengono rimproverati per la spesa sanitaria e vengono “invitati” a ridurre il numero di prescrizioni, facendo venire meno il ruolo della sanità pubblica, che dovrebbe essere la salvaguardia della salute di tutte le persone. Tutto ciò è intollerabile – scrive l’associazione –. Non possiamo accettare inermi il processo di privatizzazione che dagli anni Novanta è stato portato avanti con incredibile sinergia da tutti i governi, di ogni colore. E' arrivato il momento di dire basta e i medici, con grande coraggio, l’hanno fatto. Ci schieriamo al loro fianco".

Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci: "Ai medici di famiglia della Asl di Chieti che oggi hanno dovuto dare vita a un flash mob per difendere il diritto alle cure e la dignità della professione va tutta la nostra vicinanza. Anche su di loro si abbatte uno degli effetti più forti del deficit della sanità: i tagli non solo alle prestazioni, non solo ai farmaci, ma anche alle spettanze del personale che ogni giorno è in trincea".

"E' inaccettabile - evidenzia - che i medici siano sottoposti a una pressione costante secondo cui debbono curare i bilanci anziché i pazienti. Una situazione che si aggraverà con le scellerate scelte contenute nel Programma Operativo di Marsilio, che prevede un taglio di ulteriori 8 milioni di euro. Tutto questo mentre la Regione Abruzzo è in coda per le spese del Pnrr destinate alla sanità territoriale e non si sa se riuscirà a utilizzare le risorse assegnate". 23 sett. 2025

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