Scomparso l'11 aprile da Isola del Gran Sasso: ucciso a coltellate e gettato in un laghetto

Pugnalato e gettato in un laghetto. Martino Cardarelli, 48 anni, era sparito la scorsa settimana. E' stato trovato, senza vita, massacrato da fendenti. 

La scomparsa: “Vado in palestra”, ma non ci arriverà mai

Falegname, di Isola del Gran Sasso (TE), era uscito di casa l’11 aprile scorso alle 14.30, dicendo ai familiari che si sarebbe recato in palestra, in Val Vomano. Da quel momento, di lui si sono perse le tracce. Non è mai giunto a destinazione.

Il ritrovamento del corpo: coltellate alla gola e un laghetto come nascondiglio

Il suo cadavere è stato ripescato, nella notte scorsa, dai vigili del fuoco, in una pozza d'acqua lungo il canale della Bonifica del Salinello. A far scattare il ritrovamento è stata la confessione di una donna fermata poche ore prima. Il corpo, era appena sotto il pelo dell’acqua, con un tronco di legno legato, per impedirne l’emersione.

Sulla salma, trasportata poi all'obitorio di Teramo, sono presenti diverse coltellate, in particolare alla gola: i colpi sono stati letali. L’omicidio, secondo le indagini, è avvenuto proprio l’11 aprile, giorno della scomparsa.

Nel carcere di Castrogno (Te), con l'accusa di omicidio, è stata rinchiusa una coppia che è stata rintracciata ieri pomeriggio sul tardi dai carabinieri di Teramo. Si tratta di Alessia Di Pancrazio, 26enne, incensurata, e di Andres Cardelli, 41 anni, con precedenti per furti e rapina. A loro carico — stando al Codice penale — ci sarebbero "indizi gravi e concordanti".

I due, che convivono, l’hanno attirato in un’abitazione nel tentativo di rapinarlo, di avere dei soldi e la macchina, ma lui si sarebbe opposto e sarebbe stato ammazzato. 

L’agguato: un appuntamento trappola in una casa di Corropoli

Gli investigatori sono risaliti alla loro identità grazie all’analisi di alcuni messaggi di Cardarelli, scovati con l’aiuto dei familiari. Da qualche tempo, l’uomo stava chattando con una giovane dai capelli rossi, la 26enne, che l’aveva adescato online, stabilendo un rapporto amichevole e apparentemente innocuo. Loro si erano conosciuti tempo prima su internet e ultimamente erano in contatto tramite Instagram e Messenger. 

L’11 aprile, lei, originaria di Giulianova (Te) e con ultima residenza a Montorio al Vomano (Te), gli ha dato appuntamento in una casa di campagna a Corropoli (Te), dove abita con il compagno. I due tirano avanti con espedienti e non dispongono neppure di un mezzo di trasporto proprio.

Il movente: soldi e una Fiat Panda rossa

Una volta arrivato sul posto, è scattata la trappola. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la coppia voleva da Cardarelli del denaro e la sua automobile, una Fiat Panda rossa targata DA041FE. Ma lui, che si teneva in forma ed era robusto, ha rifiutato con decisione. Ne è nata una violenta colluttazione. A questo punto Cardelli ha estratto un coltello e ha colpito la vittima, che, nonostante le ferite, è scappata fuori, a voler fuggire. Ma è stata raggiunta e colpita in testa con una pala, che addirittura si è spezzata. I due lo hanno quindi spogliato, hanno bruciato i vestiti, lo hanno caricato su una carriola e trasportato alla macchina. Si sono disfatti del suo cellulare. 

Appena possibile si sono sbarazzati del cadavere buttandolo in acqua e cercando di mascherarne la presenza.

La fuga: auto riverniciata e poi data alle fiamme
Il giorno dopo il delitto, il 12 aprile, la coppia ha utilizzato la Panda di Cardarelli per spostarsi nel Teramano, pur se entrambi sono senza patente. Hanno anche verniciato la vettura di nero con bombolette spray per non destare sospetti. Durante i loro giri avrebbero avuto almeno un paio di incidenti.

Alla fine, si sarebbero disfatti dell'auto, dandola alle fiamme in una zona periferica di Giulianova (Te). I carabinieri, intervenuti per il rogo, che ha incenerito il mezzo, solo grazie al numero del telaio sono risaliti al proprietario, cioè a Cardarelli. 

L’identificazione grazie alle telecamere e la confessione

L'esame delle immagini di videosorveglianza raccolte nei giorni successivi all'incendio, mostravano, chiaramente, una giovane dai capelli rossi in macchina e un uomo corpulento e stempiato al suo fianco. Poi sono spuntate le chat, ci sono stati pedinamenti e intercettazioni.

I due, dopo l'omicidio, si sono spostati dall'Abruzzo alle Marche, nel tentativo di sfuggire alle ricerche. Sono stati bloccati nella serata di ieri dai carabinieri che ormai li cercavano. Lei ha subito confessato.

Il precedente: un altro uomo adescato e derubato

Prima di Cardarelli, la coppia, tra il 7 e l'8 parile scorsi, aveva già attirato nella casa di Corropoli un altro uomo della zona, sempre sfruttando una relazione di amicizia. Anche lui era stato trattenuto contro la sua volontà, finché non aveva ceduto alle richieste: soldi e l’auto.

Questi, dopo aver consegnato ciò che chiedevano, si era allontanato ed aveva denunciato l’accaduto, dando origine a un’inchiesta parallela, tuttora in corso in Procura a Teramo.

Un uomo tranquillo, legato alla madre

Martino Cardarelli da tempo aveva messo da parte il lavoro per prendersi cura della madre malata. Una figura benvoluta, che non aveva dato mai motivo di preoccupazione. E' stato il legame con la donna conosciuta online, a deciderne il tragico destino. 16 apr. 2025

SERENA GIANNICO

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