Omicidio De Grandis a Lanciano. L'assassino aveva altre armi in casa. 'Gli dava fastidio il suono della chitarra'
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"Diceva che gli dava fastidio perché suonava la chitarra al mattino presto. E che il volume alto della televisione non lo faceva dormire... Ma sicuramente c'è dell'altro...".

Così alcuni amici raccontano Amleto Petrosemolo, 70 anni, di Lanciano, rinchiuso nel supercarcere di Lanciano (Ch), per aver ucciso il vicino di casa, Francesco De Florio De Grandis, 72 anni, pensionato. Abitavano nella stessa palazzina, in via Cipollone, al civico 16/B, al terzo piano. Gli appartamenti sono l'uno di fronte all'altro. 

L'omicida (nella foto in primo piano), ieri mattina, 13 febbraio, poco prima delle 8, ha scaricato addosso al coinquilino l'intero caricatore di una Beretta calibro 9. La vittima era uscita, a piedi, per andare a prendere l'autobus che l'avrebbe portato in centro, dove andava a messa, in Cattedrale. Il suo assassino lo ha seguito, per una spietata esecuzione, che richiama metodi mafiosi. Gli si è messo dietro, con la pistola, buttando fuori proiettili a ripetizione, facendo il tiro al bersaglio: un colpo dietro l'altro, per 13 complessivi su 15 disponibili, che hanno fatto sobbalzare il quartiere, ancora mezzo assonnato nella tiepida mattinata invernale. Cinque colpi hanno centrato De Florio alla schiena, mentre camminava: aveva percorso meno di 50 metri. Alla fine  si è accasciato al suolo senza vita, vicino al marciapiede e ad un'auto.

L'assalitore, che è reo confesso, aveva con sé, in un borsello che ha abbandonato, anche un secondo caricatore e un'altra pistola Glock semiautomatica. Dopo aver fatto fuoco e ammazzato, si è rifugiato da un'amica, una donna che frequentava da un po', e qui i carabinieri lo hanno trovato e fermato. Nella sua abitazione, successivamente perquisita, sono saltate fuori altre armi, un'altra pistola e quattro fucili.

Il movente resta ancora piuttosto nebuloso. Petrosemolo, ex commerciante, un tempo riparava tv, ha dichiarato che l'altro lo prendeva in giro. Che lo punzecchiava. E che, esercitandosi con la chitarra o tenendo accesa la tv, gli impediva di riposare e di prendere sonno. Ma i suoi conoscenti affermano che, da un po', ha manie persecutorie, sfociate nel sanguinoso agguato, forse rimuginato da tempo. 

La salma di De Grandis (foto con la chitarra), conosciuto da tutti come Ciccillo, che era un ex imbianchino, è stata portata all'obitorio di Chieti, dove mercoledì prossimo si terrà l'autopsia, disposta da pm Serena Rossi e che sarà eseguita dal medico legale Cristian D'Ovidio. Lo stesso giorno, in video, si terrà l'interrogatorio dell'autore del delitto, difeso dall'avvocato Alessandra Cappa.

La famiglia della vittima subissata di messaggi di cordoglio. "La morte assurda - commenta il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini - di un uomo mite, che non ha mai fatto del male a nessuno. Una vita trascorsa con la passione per la musica - era chitarra solista del gruppo Provos negli anni 60 - e per la pittura. Lo chiamavamo "il pittore della notte", perché, soffrendo d'insonnia, dipingeva i suoi quadri soprattutto quando era buio. Mi piace anche ricordarlo come uno dei pochi artigiani della città in grado di realizzare pupazzi di Carnevale con tecniche antiche". "Caro amico Ciccillo, - afferma poi in un post su Facebook - riposa in pace. Un abbraccio di cuore".

Il ricordo dell'ex sindaco Mario Pupillo: "Lo incontravo spesso, la mattina, in piazza Plebiscito, mentre andavo in Comune. De Grandis prendeva il caffè e poi entrava in chiesa. Un rapido saluto, cordiale, sincero da una persona semplice, buona, sensibile. Mi ha regalato, in questi anni, alcuni cd della sua esperienza musicale che ascolto con piacere. Quello che mi colpiva erano il suo candore, la sua gentilezza, il rispetto che aveva per tutti. Quando ho saputo la notizia drammatica ho provato sgomento, dolore, incredulità. Una persona mite che termina la sua vita terrena per un gesto inconsulto, inspiegabile, con quella modalità è... incredibile. E’ un atto terribile su cui magistratura e forze dell'ordine sono certo faranno luce. Alla moglie Licia, ai figli e a tutti i familiari va la mia vicinanza".  14 feb. 2022

Serena Giannico

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