Ex cava Valle Cupa a Lanciano. 'Non c'e' ripristino ambientale luoghi': esposto alla Procura e petizione

Come è stata riempita la ex cava di Valle Cupa? Quali sono stati i materiali utilizzati? Il ripristino è conforme al progetto di ripristino ambientale approvato? Sono i quesiti contenuti nell’esposto presentato alla Procura di Lanciano (Ch) dall'associazione "Lanciano in movimento".

La ex cava di Valle Cupa, sita in contrada Carminello a Lanciano, è un’area di circa 5 mila metri quadrati, un tempo boschiva e oggi  "fumo negli occhi" per quanti ci vivono attorno. E' una questione che ormai che va avanti da circa 10 anni. Questioni di tutela ambientale e utilizzo di un’area per lo sfruttamento estrattivo minerario.

"Lanciano in Movimento" chiede verifiche, controlli, indagini geostratificate e geotecniche: per questo l’esposto è indirizzato anche alla Forestale, all’Arta (Agenzia regionale di tutela ambientale) Abruzzo, al prefetto di Chieti e ai carabinieri di Lanciano.

Secondo l’associazione l’ex cava, di proprietà della società "Marfisi & Giancristofaro snc", dopo lo sfruttamento estrattivo minerario (autorizzato sin da 1996 e terminato nel 2008), doveva essere sottoposta a ripristino. Ma - viene spiegato - "come da verbale di accertamento del Corpo Forestale dello Stato di Lanciano in data 09.04.2015 si può riscontrate che il sito non veniva ripristinato, anzi veniva effettuata un’attività di riempimento". E' stato accertato che il posto "non si mostrava come una cava al termine delle operazioni di ripristino ambientale ma data la totale assenza di terreno vegetale e di una eventuale parte di terreno di riporto utilizzato per il risanamento, vi erano tutti i presupposti di un’attività estrattiva illecita".

Inquinamento ambientale? L’esposto rileva che "la società non ha effettuato un reale ripristino ambientale",. Avrebbe invece "effettuato operazioni non autorizzate di prelievo materiale (terreno vegetale e materiale litoraneo ritombato), nonché azioni che potrebbero aver comportato un eventuale inquinamento del sito". Secondo l’esposto, all’atto del sopralluogo, nel 2015, la cava non si presentava come fondo agricolo "così come da progettazione di ripristino ambientale approvata". Insomma incongruenze sulle quali si chiede di far luce. 

I residenti della zona, inoltre, 15 giorni fa hanno anche consegnato una raccolta di firme al sindaco Mario Pupillo, all’assessore all’Urbanistica, Pasquale Sasso, e al comandante della Polizia municipale, Guglielmo Levante, per manifestare perplessità e dissenso perché l’area nei pressi della ex cava Valle Cupa sarebbe diventata "sede di attività di lavorazione di inerti": richiedono che l’area non venga utilizzata per il "deposito e lo stoccaggio di rifiuti speciali derivanti da scarti edili".

Alessandro Di Matteo

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