Coprifuoco in piazza Muzii a Pescara. Dovranno essere gli esercenti a far rispettare le regole?

Dal 16 marzo a Pescara è scattata l’ordinanza che stabilisce il coprifuoco nella zona di piazza Muzii, cioè la cosiddetta movida del centro. Per ben 45 giorni si prevede lo stop a tavolini e sedie e niente vendita dei drink dopo le ore 24. Il problema però sorge dal fatto che gli esercenti non vogliono diventare gli "sceriffi" della situazione, essendo obbligati dal provvedimento sindacale ad "assumere immediatamente ogni adeguata iniziativa legata al comportamento degli avventori che determini il mancato rispetto del divieto".

Gioventù Nazionale Pescara esprime contrarietà: “Con l’ordinanza sindacale in vigore dal 16 marzo, atto finale della disputa tra amministrazione comunale e Comitato dei cittadini di piazza Muzii, va in scena il tradimento non solo del presente e del futuro di Pescara, ma anche di coloro che nel passato ne hanno permesso la crescita e lo sviluppo. Il “coprifuoco” della mezzanotte inflitto alle attività della zona è una punizione troppo severa sia per i commercianti sia per i giovani locali e universitari fuori sede, creando di conseguenza danni economici ai negozianti e d’immagine all’intero sistema urbano pescarese”, scrivono in una nota Nicolò Maselli, Mattia Cipriani e Mattia Soccio.

“Ad aggiungersi al già preoccupante scenario si pone, inoltre, la questione della sicurezza: quelle bottiglie e quei bicchieri che sino a ieri venivano consumati nelle immediate vicinanze dei locali rischiano di spostarsi senza controllo lontano dai riflettori, rendendo il fenomeno difficile da gestire e monitorare per le forze dell’ordine. Il disagio di una generazione rappresenta una costola rotta di un'intera comunità, la cui esistenza si manifesta in quegli spazi comuni che oggi sono esautorati dalla propria vocazione. È per questi e tanti altri motivi che occorre muoversi quanto prima verso una soluzione strutturale per conciliare diritti e necessità di tutte le parti in causa”, proseguono. 

“Stupisce ancor di più la miope presa di posizione di quei cartelli politici che da sempre promuovono tutte le forme di libertà e la loro attuazione nella società civile, a maggior ragione la scelta lungimirante (in scia con gli altri poli turistici europei), di convogliare la movida di tutta un’area d’interesse presso lo snodo che ruota attorno a piazza Muzii, risulta, con i recenti sviluppi, disattesa. Dunque le soluzioni frutto della necessità e dell’urgenza sono lo strascico di precedenti lacune progettuali, come il mancato coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse. Diritto al riposo, diritto al lavoro, diritto all’aggregazione sociale e diritto alla pubblica sicurezza possono (e necessariamente devono) coesistere in un modello di compromesso, senza che la garanzia dell’uno vada a precludere l’altro”, evidenziano Maselli, Cipriani e Soccio. 

“Rinnovando il progetto del Vate, che in occasione dell’istituzione della Provincia di Pescara affermava: “Pescara ringiovanirà, diventerà sempre più operosa, ardimentosa”, Gioventù Nazionale Pescara si rende disponibile a promuovere un interlocuzione che porti al bene della comunità e al bene della nostra città con lo sguardo rivolto al suo futuro, salvaguardando sempre la gioventù: assoluto motore pulsante di Pescara”, concludono.

Perplessa anche Confesercenti, che per bocca di Gianni Taucci fa notare come l’esercente non possa sostituirsi alle forze dell'ordine in quanto non può preoccuparsi di far rispettare le regole al di fuori della propria attività. Fabrizio Vianale, per conto di Confartigianato, annuncia che l'ordinanza verrà sottoposta al vaglio di un avvocato, mentre Vincenzina De Sanctis di Confcommercio auspica che vengano considerate altre possibilità, trovando un accordo.

Il capogruppo comunale del Pd, Piero Giampietro, dice ad AbruzzoLive.tv: "Questa ordinanza peggiora il lavoro degli esercenti ma non migliora la vita dei residenti, visto che i rumori si verificano maggiormente quando i locali sono chiusi. La giunta Masci rinuncia anche al controllo dei rumori scaricando le proprie responsabilità addirittura sugli esercenti, che però non sono una pubblica autorità. Piuttosto si estendano i controlli notturni della polizia locale. Si potrebbe anche aprire un punto fisso di polizia locale nel mercato coperto di piazza Muzii. Di certo non si può chiedere agli esercenti di occuparsi di questo problema: con quale autorità potrebbero mai imporre il silenzio ai cittadini in spazi pubblici? E che fine ha fatto il tavolo tecnico che avrebbe dovuto coinvolgere residenti ed esercenti?". 20 mar. 2025

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