Maresciallo dei carabinieri di Mozzagrogna ucciso a colpi di pistola ad Ascoli
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Un colpo di pistola dietro l'altro, fino a che non si è accasciato a terra in una pozza di sangue. E' stato freddato durante un agguato, mentre correva lungo la pista ciclopedonale della frazione San Pio di Spinetoli, ad Ascoli Piceno.

Così è morto Antonio Cianfrone, 50 anni, nato a Mozzagrogna (Chieti), dove è anche cresciuto, carabiniere prima in servizio alla stazione di Monsampolo del Tronto, dove ora risiedeva. Nella zona frentana, che ha lasciato giovanissimo, quando si è arruolato, e dove ha ancora due sorelle,  una che sta a Lanciano e l'altra a Santa Maria Imbaro, tornava di tanto in tanto per far visita ai familiari.

Secondo una prima ricostruzione, si è trattato di un'esecuzione: contro la vittima sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco. L'assassino, che aveva il volto coperto da un casco, lo ha atteso e l'ha ammazzato. E' poi fuggito su una motocicletta guidata da un complice che lo aspettava a pochi metri. A dare l'allarme è stata una donna ma, al momento, non è chiaro se abbia o meno assistito al delitto. 

Il militare era stato arrestato a maggio 2015 dai suoi colleghi, del comando provinciale di Ascoli. All'epoca era vice comandante della stazione di Monsampolo del Tronto, con il grado di maresciallo. Nell'inchiesta erano coinvolti altri, fra cui il comandante della stazione, anch'egli accusato di concussione, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti d'ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio, omissione d'atti d'ufficio. Entrambi i militari hanno sempre respinto le accuse, professandosi innocenti. Dall'inchiesta è derivato un processo, ancora in corso. Il pm sostiene che i due militari dell'Arma, in più occasioni avrebbero chiesto denaro e regalie a commercianti della zona per chiudere un occhio su controlli di carattere amministrativo. Cianfrone, che ha sempre proclamato la propria estraneità ai fatti, venne posto ai domiciliari, mentre l'allora comandante della stazione finì in carcere: entrambi vennero sospesi dal servizio. Ma appena concluso il processo, Cianfrone, sicuro dell'assoluzione, sarebbe tornato in servizio.

"Chiunque questa mattina fra le 8 e le 9.30 si è trovato a passare per la pista ciclabile Lungo Tronto, da Pagliare a Monteprandone, è pregato vivamente di presentarsi dai carabinieri, anche se non hanno visto nulla di particolare", è l'invito lanciato dal procuratore capo di Ascoli Piceno, Umberto Monti, dal luogo in cui è stato trovato il cadavere. "E' veramente importante perché testimonianze di questo tipo in passato sono state utili a risolvere casi, come ad esempio quello dell'omicidio di Melania Rea a opera del marito Salvatore Parolisi", ricorda.

"Stiamo indagando senza tralasciare alcuna pista", le parole del comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli, Ciro Niglio. Qualsiasi informazione - affermano gli investigatori - potrebbe avere un valore rilevante.

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