Pavimentazione Corso Trento e Trieste a Lanciano... Perizia impietosa... Materiali scarsi e cattiva realizzazione

Errori, vizi e magagne nei lavori di pavimentazione di corso Trento e Trieste a Lanciano (Ch) il cui gres porcellanato, ricamato a mo' di presentosa, continua a ballare e traballare in più punti, con pezzi divelti giornalmente e pure ricoperti di orrido asfalto nelle intersezioni carrabili. Lavori realizzati dalla PQ Edilizia e Strade srl di Campobasso, che alla fine ha ottenuto nel 2020 il certificato di regolare esecuzione dei lavori sui 400 metri di Corso per una superficie di nuova pavimentazione di 4.450 metri quadri. 

Comune costretto a preparare d‘urgenza un’istanza al giudice istruttore del tribunale di Lanciano, Chiara D’Alfonso, per inviare sul posto il proprio perito, l’ingegnere Sergio D’Intino di Pescara. Rientrata la seconda perizia che è una batosta per l’amministrazione.

Per rimettere a posto l’opera, costata un milione e 361 mila euro, ce ne vogliono altri 213 mila euro, con la sola stima per gli attraversamenti di via Dalmazia e via De Crecchio pari a 23.760 euro. La mannaia economica si abbatte come temevano il sindaco Filippo Paolini e l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Bomba. Il consulente del tribunale trae conclusioni impietose, su cui il Comune dovrà fornire le proprie osservazioni. "L’accertamento svolto – precisa il perito -, ha rilevato anomalie e difetti nel distacco delle mattonelle e rigonfiamenti del piano stradale. I saggi eseguiti hanno evidenziato che la mancanza di adesione delle mattonelle è estesa, oltre che sugli attraversamenti carrabili, anche su ampie porzioni pedonali. Le indagini sul massetto di fondazione hanno evidenziato situazioni anomali con spessori variabili e scarsa qualità dei materiali".

In pratica le cause dei problemi, solo in parte generati dall’assenza di specifiche progettuali adeguate al carico di traffico sulla pavimentazione, sono imputabili soprattutto a vizi costruttivi correlabili alla miscela dei materiali del massetto e del collante.

"L’eliminazione dei vizi – aggiunge il perito – comporta il rifacimento totale delle parti anomale con costi per oltre 200 mila euro. Per garantire l’idoneità dell’opera alla viabilità senza limitazioni di transito, è necessario individuare soluzioni alternative ai materiali previsti nei documenti progettuali. Tale situazione appare oggi indispensabile in corrispondenza degli attraversamenti con le vie perpendicolari al Corso".

Nei tentativi di conciliazione con la ditta non si è ancora giunti a un accordo. 29 nov. 2022

WALTER BERGHELLA

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