Sevel, altri 190 lavoratori mandati via. 'Regione convochi subito tavolo di crisi'

"Purtroppo, quello che temevamo sta avvenendo: nel completo disinteresse della politica regionale: altri 190 lavoratori in staff leasing saranno lasciati a casa e si aggiungono ai 300 già usciti alla fine di settembre e, purtroppo, riteniamo che altri 250 rimasti seguiranno la stessa sorte entro la fine dell’anno".

E' quanto affermano, in una nota congiunta, le sigle sindacali Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Abruzzo, in riferimento alle ultime decisioni della Sevel di Atessa che continua a tagliare i precari. Sforbiciate al personale che, ormai, vanno avanti da mesi.

"E' importante - aggiungono - non sottovalutare le ricadute pesanti, in termini occupazionali, che le scelte industriali di Stellantis avranno sulle fabbriche dell’indotto nelle quali sono occupati più di 1.000 lavoratori in somministrazione che producono componenti per Sevel.

"Riteniamo che questa decisione unilaterale di Stellantis, in Abruzzo, rischia di provocare più danni di quelli della pandemia. Ribadiamo - aggiungono - che i lavoratori somministrati hanno pari dignità degli altri e, per questo motivo, meritano l’attivazione e la convocazione del tavolo di crisi di settore regionale e nazionale con il coinvolgimento di tutte le istituzioni".

"Di fronte al rischio della tenuta occupazionale non solo del territorio della Val di Sangro ma di tutta la regione", viene chiesto "con forza al presidente Marco Marsilio e all’assessore alle Attività produttive, Pietro Quaresimale, l’attivazione e la convocazione, urgente, del tavolo di crisi coinvolgendo le organizzazioni sindacali, per trovare soluzioni per garantire il mantenimento occupazionale ed evitare un problema sociale, usando tutti gli strumenti sia contrattuali che legislativi, ordinari e straordinari, a disposizione. Non è possibile - è la conclusone - che, per la propria condizione, paghi la parte più debole del processo produttivo".  30 nov. 2021

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