Addio a Giuseppe Adolfo De Cecco, alla guida del celebre pastificio per trent'anni. 'Ciao, don Peppe'

E' morto nel giorno del suo compleanno.

E' deceduto oggi, in ospedale, a 77 anni, Giuseppe Adolfo De Cecco, presidente e amministratore, per oltre trent'anni, del Molino e Pastificio De Cecco, figura centrale nella storia e nella crescita del marchio simbolo della pasta italiana nel mondo.

Un'azienda nata nel 1886 a Fara San Martino (Ch), quando solo un mulino e un vecchio stabilimento costituivano il cuore della produzione e degli affari, ancora timidi. Poi, agli inizi degli anni Novanta una seconda fabbrica a Pescara.

A dare notizia del lutto è lo stesso Gruppo De Cecco, che in una nota annuncia “con profondo dolore" la scomparsa dell'imprenditore.

Per onorarne la memoria e "il contributo straordinario che ha dato" con il proprio lavoro, il Gruppo sospende tutte le attività a partire da oggi e per l’intera giornata di domani".

Unanime il cordoglio delle istituzioni. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, ne ricorda il valore: "A nome personale e dell’intera Giunta regionale esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Giuseppe Adolfo De Cecco, figura di spicco dell’imprenditoria italiana. Ha saputo coniugare tradizione e innovazione, portando nel mondo il nome della nostra terra e contribuendo in maniera determinante alla crescita economica e all’immagine dell’Abruzzo. La sua visione imprenditoriale e un forte legame con il territorio, ne hanno fatto un esempio di dedizione e passione civile".

Parole di riconoscenza e vicinanza alla famiglia anche dal presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri: "Pescara e l’Abruzzo intero - rimarca - perdono oggi una delle figure imprenditoriali di maggior rilievo. Egli rappresenta la poliedricità di un uomo che ha saputo impegnarsi e ottenere successi non solo nell’omonima azienda di famiglia, ma anche nello sport, come presidente del Pescara Calcio, lasciando un’impronta chiara nello sviluppo del nostro tessuto economico".

De Cecco è stato alla guida del Pescara: sotto la sua ala i biancazzurri conquistarono la promozione in serie A nel campionato 2011-2012. La società ora scrive: "Con profondo dolore apprendiamo della scomparsa dell’ex presidente del Pescara, per tutti don Peppe. Figura fondamentale nella storia del Delfino, grazie alla sua iniziativa il Pescara seppe rialzarsi in uno dei momenti più bui della propria storia. La tifoseria lo ricorderà sempre con affetto e gratitudine. La Delfino Pescara 1936 e il presidente Daniele Sebastiani porgono le più sincere condoglianze alla famiglia. Ciao don Peppe".

Il sindaco di Pescara, Carlo Masci: "Con profondo dolore apprendo della scomparsa dell’ex presidente del Pescara, don Peppe. Figura di straordinaria importanza, non solo per il mondo imprenditoriale e del lavoro, ma anche perché il suo nome è legato indissolubilmente soprattutto alle vicende sportive della Pescara Calcio. Grazie alla sua passione per il pallone e all’amore sincero per i colori biancazzurri, ha saputo ridare speranza e futuro al Pescara, diventando il vero protagonista di una rinascita sportiva e sociale che portò la squadra a riconquistare la serie A. Lui e la sua famiglia hanno rappresentato da sempre il vero e proprio simbolo dell’intraprendenza e del successo nel mondo, con un legame inscindibile con la nostra città, sempre manifestato e vissuto con orgoglio. La sua lungimiranza, la sua visione e le sue capacità manageriali, insieme al suo essere gioviale, disponibile e aperto al dialogo, hanno contribuito a rafforzare l’immagine del Made in Italy a livello internazionale. "Don Beppe" è stato un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel suo cammino di vita, con una carica di simpatia e umanità  che tutti coloro che l'hanno conosciuto ricorderanno per sempre. Alla sua famiglia, alla moglie Maria Franca, al figlio Adolfo, a tutti coloro che gli hanno voluto bene,  rivolgo le mie più sentite condoglianze".

"Ciò che rende un imprenditore un uomo 'illuminato' è la sua capacità di capire senza temere l'ignoto, la flessibilità mentale e la volontà di cambiare, la sua ricerca costante della conoscenza e la sua insaziabile curiosità. Giuseppe Adolfo De Cecco ha avuto la sorte di racchiudere in sé tali virtù, che hanno costruito e forgiato la persona, dinamica, vivace, intraprendente, l'uomo di impresa lungimirante, abile e utile nel guardare oltre il ristretto orizzonte della propria visuale fisica e poi l'eterno 'ragazzo' che nello scorrere degli anni non ha mai visto un'occasione di riposo, quanto una opportunità di ulteriore scoperta". Così, in una nota, il senatore Luciano D'Alfonso (Pd). "L'anno che ha visto la nascita di Giuseppe De Cecco - ricorda - è stato caratterizzato da cambiamenti epocali in Italia e nel mondo: il 1948 è stato l'anno delle prime elezioni nel nostro Paese e dell'entrata in vigore della nostra straordinaria Costituzione; il Paese era nel pieno di un processo di ricostruzione post-bellica e di avvio del miracolo economico, che avrebbe trasformato l'Italia nei decenni successivi, influenzando la società e la cultura italiana. Nel 1948 fu proclamato lo Stato di Israele, fu istituita l'Organizzazione degli Stati Americani per promuovere la cooperazione tra i paesi del continente americano ed è stato l'anno in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione universale dei diritti umani, un documento fondamentale per i diritti civili, politici e di libertà in tutto il mondo. Lo stesso fermento, lo stesso attivismo, la capacità di interpretare e di cavalcare i cambiamenti in atto, la forza di sperimentare e di trasformare, come argilla tra le mani, tutto quanto lo circondava in materia viva, hanno a loro volta lasciato l'impronta nel carattere, nel lavoro, nell'impegno, nell'ingegno di Giuseppe Adolfo De Cecco, interprete dunque del suo tempo, ma anche uomo che guardava al futuro. In tale chiave vanno letti i suoi anni alla guida di quella che è indubbiamente una delle imprese leader nella produzione della pasta e dei prodotti gastronomici a livello mondiale. Poi la sua avventura intensa nello sport ai massimi livelli, prendendo una squadra di calcio, il Pescara, in uno dei suoi periodi più bui e portandola nella massima serie, la A, assicurando investimenti, progettualità e soprattutto quel sorriso scanzonato, mai irriverente, amabilmente ironico, che ha contraddistinto tutta la sua esistenza, l'immagine della caparbietà condita di una sottile leggerezza". "De Cecco - conclude D'Alfonso - ha lasciato una grande eredità, costruita con la moglie, ovvero un bagaglio fatto di conoscenza, di maturità, di consapevolezza, di know how e di presenza familiare che sono certo i figli e i nipoti sapranno custodire gelosamente e farne materia preziosa da rielaborare nella lettura quotidiana dei giorni che verranno. Alla sua grande famiglia, composta oltre che dai fratelli e dai congiunti, anche dalla grande squadra dei dipendenti, dei collaboratori, dei tifosi, vanno le mie condoglianze".

In una nota congiunta, i parlamentari di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi, Guerino Testa e Guido Liris, dicono: "L’Abruzzo perde una delle sue figure più rappresentative nel mondo dell’impresa e della produzione di eccellenza. Il suo nome è legato indissolubilmente a una storia di lavoro, visione e radicamento territoriale che porta il marchio De Cecco a essere sinonimo di qualità nel mondo. Il suo lascito imprenditoriale e umano resteranno patrimonio dell’Italia intera".

Alle loro parole si unisce il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia, che evidenzia: "La sua visione, il radicamento nel territorio e la capacità di fare impresa lo rendono un riferimento per chi crede in uno sviluppo fondato sulla qualità, sull’identità e sulla responsabilità sociale". 01 ott. 2025

 
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