Trivelle sul lago di Bomba. Confindustria festeggia e chiude accordi, ma il territorio non ci sta. 'Inquinamento spacciato per transizione'

Confindustria festeggia, ma la partita è tutt’altro che chiusa. L’approvazione del ministero dell’Ambiente al progetto di sfruttamento del giacimento di Colle Santo, nel comune di Bomba (Chieti), viene salutata dagli industriali come una svolta per la Val di Sangro e per l’intero Abruzzo. Il protocollo d’intesa firmato tra LN Energy, che sta portando avanti il progetto, e Confindustria Medio Adriatico viene presentato, in un comunicato, come il primo passo verso un futuro energetico "pulito e sicuro”.

Ma dietro la retorica della “transizione energetica” e delle “emissioni quasi zero” si cela altro. Il Forum H2O e altre associazioni ambientaliste - da Legambiente al Wwf al Comitato Gestione partecipata del territorio - hanno annunciato ricorsi alla magistratura, ricordando che il territorio non accetterà passivamente l'arrivo delle trivelle, volte ad arricchire pochi e a sconquassare l'equilibrio di luoghi che aspirano ad uno svipuppo più sostenibile. Già in passato sono stati respinti progetti devastanti, come la Sangrochimica, con lotte e lunghe battaglie. 

Secondo il Forum, parlare di sostenibilità è “ridicolo”: bruciare i due miliardi di metri cubi di metano stimati nel giacimento significa immettere in atmosfera circa 4 milioni di tonnellate di CO2. Altro che “zero emissioni”. Un calcolo semplice e inoppugnabile, che smonta la narrazione rassicurante di Confindustria.

Il punto, sottolineano gli ambientalisti, è che non si possono separare le emissioni legate alla fase di estrazione da quelle inevitabili della combustione del gas. Lo ha chiarito già anni fa la Corte Suprema inglese, con una sentenza storica che impone di considerare l’intero ciclo di vita di un combustibile fossile. In altre parole, se si estrae gas è perché verrà bruciato, e bruciarlo significa alterare il clima.

Eppure, nella presentazione del protocollo, Confindustria ha insistito sul concetto di “combustibile ponte”, di “carburante della transizione” che aiuterebbe a superare l’uso di fonti più inquinanti come carbone e petrolio. Tesi che ormai stridono con la scienza. Gli stessi esperti dell’IPCC, l’agenzia Onu sul clima, ribadiscono da anni che non c’è più spazio per nuovi giacimenti fossili: se vogliamo restare sotto la soglia critica di +1,5°C, il gas – come carbone e petrolio – va lasciato sotto terra.

Il contrasto è netto: da una parte gli industriali parlano di opportunità e sicurezza energetica, dall’altra i comitati ricordano che la vera sicurezza si chiama energie rinnovabili. Non è un caso che il Forum H2O parli apertamente di “propaganda e fake news a favore degli affari”. Le alternative esistono: fotovoltaico, eolico, accumuli, efficienza energetica. Tecnologie mature, già disponibili, che non minacciano paesaggi e falde acquifere.

C’è poi il tema della coerenza. Come si concilia il marchio di “Regione verde d’Europa”, più volte rivendicato dalla stessa Confindustria, con l’estrazione di nuovi idrocarburi nel cuore delle colline del Chietino? La Val di Sangro non è solo industria, ma anche agricoltura di qualità, turismo, biodiversità. 

La vicenda, dunque, non è chiusa. I ricorsi e le mobilitazioni promettono di infiammare i prossimi mesi, riportando il confronto sui numeri reali e non sugli slogan. Perché dietro l’idea di “tesoro silenzioso” evocata da Confindustria, c’è la prospettiva concreta di un’eredità pesante: un territorio sacrificato sull’altare di profitti a breve termine.

Senza dimenticare che si tratta di una zona davvero problematica: ad alto rischio sismico e disastrata dalle frane; che il gas sarebbe estratto da sotto un lago artificiale, che potrebbe essere alterato, e una diga in terra battuta che, all'epoca della realizzazione, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, venne definita la più grande d'Europa. Senza dimenticare la... subsidenza. Questioni già evidenziate in due sentenze del Consiglio di Stato che hanno, per tali ragioni, bocciato il progetto. Domani riunione dei sindaci del comprensorio sulla vicenda. 11 sett. 2025

SERENA GIANNICO

@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 877

Condividi l'Articolo