Spaccio di coca e marijuana: arresti tra Pescara, Montesilvano e Cappelle sul Tavo

Attivi nello spaccio della droga tra Pescara, Montesilvano e Cappelle sul Tavo. Per ciò in 13 sono finiti nei guai. 

Questa mattina, su disposizione del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Pescara, Elio Bongrazio e su richiesta del pm Andrea Papalia, è scattato il blitz delle forze dell'ordine. In cinque sono finiti in prigione, due posti ai domiciliari e sei inquisiti sono stati raggiunti dal provvedimento dell'obbligo di dimora, tre le denunce.

I controlli sono partiti nell'autunno del 2018 quando un 21enne nigeriano fu trovato in possesso di due chili di marijuana, nel piazzale del terminal bus di Pescara, dove era appena arrivato, in bus, da Roma. La polizia, intercettando il giovane africano, è arrivata ad un 25enne del Gambia, ossia Alige Camara, detto Aladino, che, è stato scoperto, si dava parecchio da fare, a Montesilvano, dove viveva, sul mercato degli stupefacenti. Ora è stato rinchiuso in carcere, con una sfilza d'accuse. 

Grazie a lui le gli investigatori sono arrivate ad Antonio Ca., 37 anni, napoletano residente a Chieti Scalo, che ha l’obbligo di dimora. Lui si riforniva di coca hashish dalla Campania per piazzarla nelle province di Chieti e di Pescara. Giri, i suoi, che hanno condotto ad Aquilino Spinelli, di Pescara, beccato, nel febbraio dell'anno passato, a ricevere diversi chili di droga dai partenopei Giuseppe Filogamo e Giuseppe Giordano. Adesso sono tutti e tre in cella; obbligo di dimora, invece, per Florina H., compagna di Spinelli. Mentre una sua conoscente, Donatella Pesce, di Pescara, anch'ella coinvolta nella compravendita, ha avuto i domiciliari. 

Di Cappelle sul Tavo, invece, Antonio Francia, di 59 anni, e il figlio Gabriel, di 32, anche loro conoscenti di Spinelli e spesso occupati, è stato accertato, a cedere marijuana a cocaina. Tutt'e due sono dietro le sbarre, come pure un loro fornitore, l'albanese Rafael Topallaj, mentre una loro parente, Laeticia F., che collaborava, è agli arresti domiciliari. Obbligo di dimora, per un passaggio di 50 grammi di cocaina, per Antonio Di L., e per l'egiziano El Sayed M. .

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