Rivolta dei detenuti in carcere a Lanciano. 'Devastata una sezione. Tragedia sfiorata'

Rivolta di un gruppo di detenuti nel carcere di Lanciano (Ch).

A denunciarlo sono i sindacati Osapp e Sappe, che hanno scritto al ministro della Giustizia, Alfonso Beneduce, a tutti i gruppi parlamentari (Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Lega Salvini, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Liberi e Uguali, Italia Viva – Psi, Per le Autonomie, Misto) e al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria affinché vengano accertate le responsabilità del caso.

I fatti risalgono all'altro ieri, 25 febbraio. Erano circa le 14 - dicono i sindacati - quando sono cominciati i disordini. Due carcerati di origine marocchina hanno dato in escandescenze. Successivamente, alle 16, si sono uniti decine di altri.

"Nella Sezione riservata ai detenuti "comuni", la stessa dove ultimamente sono stati assegnati diversi reclusi di altri istituti, tutti trasferiti per ordine e sicurezza e tutti ristretti in un medesimo reparto a Lanciano - racconta Giuseppe Ninu, segretario regionale per l’Abruzzo del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) - hanno dato vita ad una vera e propria ribellione, iniziata dalle prime ore del pomeriggio e terminata verso le 20".

Protagonisti quasi cinquanta ospiti della prigione, di massima sicurezza, di Villa Stanazzo, "che si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle". "Due di loro - spiega Ninu - hanno devastato l’intero reparto (telecamere, luci, arredi ecc...), hanno rotto il cancello di sbarramento in modo da evitare la chiusura all’interno del reparto stesso, hanno allagato la sezione detentiva con l’idrante anti incendio e con lo stesso hanno impedito al personale di polizia penitenziaria di avvicinarsi all’interno. Dopo innumerevoli tentativi di persuasione andati persi - prosegue - ; dopo innumerevoli episodi di minacce, di tentativi di aggressione agli agenti mediante il lancio di oggetti a loro disposizione; dopo aver colpito il personale con sputi, con gli schizzi di sangue uscito dalle ferite che nel frattempo si erano procurati e che aveva colorato di rosso l’acqua presente in reparto (scene di guerra), alla quale loro intingevano le scope per lanciare più lontano il sangue; dopo ore ed ore di estenuante lotta per evitare che i disordini coinvolgessero altri reparti, è arrivato finalmente l’ordine da parte del direttore, Lucia Avantaggiato, sull’utilizzo dell’armamento di reparto e della forza, come previsto dai regolamenti, ed il poco personale operante è riuscito a ristabilire l’ordine e la sicurezza. E' stata sfiorata la tragedia".

Un detenuto è finito in ospedale a Lanciano per le lesioni che si è procurato. "Al Pronto soccorso del Renzetti - riferisce l'Osapp - anche due agenti, per le ecchimosi riportate e gli sputi piovuti loro addosso. 

Ieri, 26 febbraio, è stato disposto "lo sfollamento di gran parte dei detenuti ristretti nella Sezione in questione in quanto la stessa è stata dichiarata inagibile per i danni, di migliaia di euro, riportati, che si aggiungono alle migliaia di euro di danni provocati da altri due detenuti che una ventina di giorni fa, dopo essere stati sopresi in possesso di telefoni cellulari, per protesta perché dovevano essere trasferiti, sono saliti sul tetto di un padiglione e con bastoni rudimentali hanno sfasciato tutti i lucernai e tutti i motori dei condizionatori  dell’area sanitaria". 

Leo Beneduci, segretario generale Osapp, afferma: "Quanto accaduto non è un evento isolato. Episodi gravi, con una sezione detentiva quasi distrutta, che hanno integralmente generato il fermo di qualsiasi altra attività istituzionale e il coinvolgimento dell'intero contingente di polizia penitenziaria autorizzato a intervenire solo successivamente. Tra le concause delle ripetute tensioni va annoverata anche l'acquiescenza di chi ha il dovere di disporre il ripristino delle condizioni di ordine, legalità e civile convivenza all'interno della struttura. Servono provvedimenti urgenti".

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