Coronavirus. In Abruzzo 387 nuovi positivi. 'Ospedale di Pescara al collasso: pochi sanitari e posti esauriti'

Sono 387 i nuovi positivi al Covid-19 in Abruzzo e sono due i decessi - una donna di 84 anni e un uomo di 80 di Teramo - con il bilancio delle vittime che sale a 1.610.

I positivi sono 39 in provincia dell'Aquila, 173 nel Chietino, l'area più colpita, 105 nel Pescarese e 66 nel Teramano. Le località con più nuovi casi sono Pescara (41), Chieti (32), Lanciano (28) e Roseto degli Abruzzi (25). Seguono Montesilvano (14), Francavilla (13) e San Giovanni Teatino (10). Nel Chietino e nel Pescarese dilaga la variante inglese: in provincia di Pescara si stima che sia responsabile del 70% dei contagi, percentuale che scende al 60 in quella di Chieti. 

Nelle scorse ore sono stati eseguiti 4.636 tamponi molecolari, ed è risultato positivo l'8,35% dei campioni, e 4.172 test antigenici. Sono 12.483 gli attualmente positivi (+106): 567 sono ricoverati in area medica (+21), 75 ricoverati in terapia intensiva (+2), 11.841 in isolamento domiciliare (+83). I guariti sono 36.497 (+278). Rianimazioni in allerta: momento il tasso di occupazione dei posti letto è al 39,7%, a fronte di una soglia di allarme del 30%. 

"Nella provincia di Pescara siamo in piena emergenza, i dati dei ricoveri parlano chiaro. L'ospedale Covid non basta. Non basta alla provincia e figuriamoci alla regione. Per gestire i pazienti affetti da coronavirus si sono dovuti occupare altri reparti della struttura del "Santo Spirito", come quello di Medicina generale, e per questo non è più classificabile come ospedale Covid free".

E' quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari (M5s), che questa mattina, carte alla mano, ha spiegato cosa sta accadendo. "L'ospedale Covid scoppia e la carenza di personale è diventata insostenibile. Nella terapia intensiva sembrano essere ricoverati circa 40 pazienti. Vi lavorano sei medici per turno e circa dodici infermieri, un numero ben al di sotto delle linee guida regionali e nazionali che indicano come situazione ottimale un rapporto che si aggiri intorno a un medico ogni quattro pazienti e un infermiere ogni due pazienti. Mancherebbero quindi otto infermieri e quattro medici per turno. Aggiungiamo a questa grave carenza il fattore precarietà del personale sanitario, molti infatti sono a contratto con agenzie interinali o con cooperative, una scelta ormai insostenibile e che mortifica la professionalità di tanti dottori, infermieri e operatori socio-sanitari. Il personale manca anche nel Pronto Soccorso che è al collasso". 

"Eppure - evidenzia - la terza ondata era prevista e abbiamo ascoltato grandi parole dall'assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, e dal presidente della Regione, Marco Marsilio su come l'ospedale Covid ci avrebbe garantito una efficace gestione. Ma la richiesta di posti letto è superiore all'offerta. E' evidente che qualcuno ha fatto male i conti, per questo oggi si deve intervenire per sedare l'emergenza con l'unico obiettivo di salvare vite e non, come probabilmente è stato in precedenza, con quello di tagliare nastri in tempi da record". 

E questa mattina, a L'Aquila, è stato osservato un minuto di silenzio per gli infermieri uccisi dal Covid lo scorso anno in Abruzzo: sono due le vittime e 1.458 i contagiati tra dipendenti e non. Un momento di riflessione voluto dall'Ordine delle Professioni infermieristiche della provincia dell'Aquila che ha aderito all'iniziativa organizzata dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi). Sono 81 gli infermieri deceduti per Covid in Italia, di cui 6 suicidi, comunque contagiati, ma in realtà il numero di professionisti morti l'anno scorso è ben maggiore. 20 feb. 2021

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