Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria: dal prossimo anno niente convitto femminile

Un fulmine a ciel sereno, giunto in un giorno particolare. Venerdì scorso, 18 aprile, venerdì santo, alunni, personale e sindacati hanno appreso, attraverso una comunicazione ufficiale, la 292, della dirigente, Barbara Bernardone, dell’Istituto alberghiero “Giovanni Marchitelli” di Villa Santa Maria (Ch), che, a decorrere dal primo settembre prossimo, quindi dall’anno scolastico 2025/2026, non saranno accolte nuove iscrizioni al convitto femminile, destinato ad essere smantellato. 

"Una decisione - tuonano alcuni cittadini - che arriva come una sentenza per un’intera comunità. Questa scuola, che sta vivendo una profonda crisi e che sta subendo, negli ultimi tempi, attacchi e ridimnsionamenti, da decenni rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella formazione professionale del settore, non solo a livello locale. La data in cui la notizia è stata diffusa non è passata inosservata - il Venerdì Santo - e sembra rappresentare il nuovo calvario da dover fronteggiare. Nonostante si tratti di un fatto gravissimo, non vediamo nessuna decisa presa di posizione da parte dell'amministrazione comunale, che dovrebbe puntare i piedi e combattere".

Il convitto femminile, parte integrante dell’offerta del "Marchitelli", ha storicamente garantito la possibilità di frequenza alle alunne residenti nei centri più lontani o privi di collegamenti idonei, dato che siamo in una zona montana. Con la sua chiusura, si rischia di compromettere non solo il diritto allo studio, ma anche la vocazione stessa dell’Istituto, da sempre custode di una tradizione formativa d’eccellenza.

Già sono molteplici le difficoltà della scuola: lavori infrastrutturali ancora da completare, necessità di manutenzione dei convitti, e soprattutto l’assenza di un sistema di trasporto pubblico adeguato. Ad esse si aggiunge un'altra tegola.

A farsi portavoce delle preoccupazioni è la Cisl Scuola Abruzzo Molise. Il segretario generale Davide Desiati ha rivolto un appello pubblico alla dirigente, affinché venga avanzata, agli uffici regionali competenti, la richiesta di attivazione in deroga del convitto femminile. Allo stesso tempo, il sindacato chiede a tutti gli amministratori locali e ai rappresentanti politici di ogni livello di attivarsi con urgenza per sostenere questa richiesta.

"La conservazione e il rilancio dell’istituto alberghiero e della sua offerta formativa – sottolinea Desiati – devono essere una priorità assoluta. Ma è altrettanto urgente scongiurare la perdita di circa 15 posti di lavoro tra personale educativo ed Ata, in un’area interna già duramente provata dallo spopolamento e dalla mancanza di opportunità".

"La vicenda del convitto femminile riguarda il diritto allo studio, la qualità della formazione, la dignità del lavoro e il futuro delle aree interne. Riguarda, soprattutto, la possibilità di garantire pari opportunità alle studentesse che vogliono costruire un percorso professionale nel settore dell’ospitalità e della ristorazione. Non si tratta di una semplice struttura da chiudere, ma di un presidio di cultura, crescita e di uguaglianza da difendere". 22 apr. 2025

VITO PAOLINI

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