In primo piano la prevenzione. Domani, dalle ore 9 alle 16, presso l’ospedale “Gaetano Bernabeo” di Ortona, sarà allestita una postazione informativa, dove professioniste e studentesse ostetriche saranno a disposizione dei cittadini interessati per consulenze e per la promozione della salute femminile attraverso la divulgazione di opuscoli. L’iniziativa conclude la serie di appuntamenti promossi dalla Asl di Lanciano-Vasto-Chieti in occasione della Giornata internazionale dell’ostetrica, che si celebra il 5 maggio di ogni anno, invitando le persone a riflettere sull’importanza del ruolo dell’ostetrica per la salute delle madri, dei bambini e delle loro famiglie. “Oltre 340.000 donne e più di tre milioni di bambini al mondo – spiega l’Asl - muoiono ogni anno per complicanze prevenibili durante la gravidanza e il parto. La maggioranza di queste morti potrebbe essere prevenuta se ci fossero sufficienti e adeguate risorse ostetriche disponibili in tutto il mondo”. Secondo quanto dichiarato dall’Ordine provinciale della professione, seppur le ostetriche sarebbero sufficienti per fornire l’87% dell’assistenza al parto, fornendo un elevato valore assistenziale alle donne con supporto e continuità delle cure materne, sarebbero troppo vincolate “da relazioni di potere diseguali all’interno dei sistemi sanitari. Per ridurre tale iniquità - prosegue l’Ordine - i Governi dovrebbero investire maggiormente sulla professione delle ostetriche, riconoscerne il valore sociale, promuoverne la formazione a garanzia di adeguati livelli assistenziali alla donna, alla coppia e alla comunità”. 

Infatti, l’Ordine sottolinea che l’Organizzazione mondiale della sanità obbliga le organizzazioni internazionali a identificare le ostetriche come la chiave per ridurre morti materne e neonatali, facendo sì che un maggiore investimento sulle ostetriche determinerebbe un inevitabile miglioramento degli esiti clinici. In conclusione, l’ordine aggiunge: “Il mondo ha bisogno di più ostetriche, che siano educate e disciplinate agli standard nazionali e internazionali, che siano remunerate in modo equo, anche rispetto agli altri operatori sanitari e che abbiano condizioni di lavoro sicure”.
07 maggio 2018

@Alessandra Rambaldi

@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati