Niente fondi dal Governo: si dimette il sindaco de L'Aquila, Pierluigi Biondi. Pesa anche la crisi di maggioranza

J'accuse contro l'inettitudine del Governo e rinuncia alla fascia tricolore. Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, di Fratelli d'Italia, dopo poco più di venti mesi di amministrazione, lascia. “Con la serenità, il senso di responsabilità e il rispetto che si deve a L'Aquila, ho deciso di rassegnare le dimissioni – dice- . Il Governo nazionale, ma anche le forze politiche locali, sembrano non dare la dovuta attenzione alla città e al suo territorio, nonostante il decennale del sisma sia alle porte. Una ricorrenza che segna una fase estremamente delicata della rinascita, che ha più che mai bisogno di impegni chiari, di prospettive e di uno sforzo condiviso, che faccia prevalere l’interesse della collettività”. Un gesto “necessario”.

In una lunga nota, e in conferenza stampa, dopo aver tracciato il bilancio del lavoro svolto, spiega: “In meno di due anni, abbiamo raggiunto obiettivi importanti, pur nella complessità di una situazione ereditata con molte criticità. Mi trovo ora - aggiunge - nella condizione di dover interrompere questo processo virtuoso per l’assenza di risposte concrete da parte del Governo. Il sottosegretario Crimi mi ha detto che il decreto Etna , che dovrebbe prevedere lo stanziamento di dieci milioni di euro, per le maggiori spese e le minori entrate del Comune, forse andrà in discussione la prossima settimana. Troppi condizionali, in questa informativa, con tempi decisamente incerti. E non ce lo possiamo permettere”. “Non voglio aumentare le tasse e fare l'esattore – sottolinea -. Mi è stato assicurato il trasferimento, ma non è sufficiente per portare a casa il risultato. L'Aquila merita rispetto. Spero la scelta serva a scuotere le coscienze a tutti i livelli, soprattutto dopo aver vissuto il dramma del terremoto”.

Biondi è anche alle prese, da tempo, con una profonda crisi di maggioranza. “Alcune componenti politiche che, insieme a me, sono state chiamate ad amministrare la città nel giugno del 2017, - tuona - sembrano aver smarrito la forza propositiva e l’entusiasmo di quei giorni. E' come se avessero dimenticato che l’obiettivo unico e primario, cioè la crescita e il benessere dei cittadini”. La spaccatura è diventata ufficiale l'altro ieri quando tutti i consiglieri della coalizione, eccezion fatta per Fi , hanno disertato la seduta del Consiglio comunale in aperta polemica con il primo cittadino che il giorno prima aveva nominato nel ruolo di vice sindaco il consigliere Udc, Raffaele Daniele, senza coinvolgere la maggioranza. Ha nominato solo lui, nonostante dallo scorso mese di dicembre siano stati cinque gli assessori ad andare via, tra sue revoche e dimissioni per le elezioni in Regione, come l'ex vice sindaco Guido Liris, di Fratelli d'Italia, ora assessore regionale, e l'ex assessore all'Ambiente, Emanuele Imprudente, della Lega, ora vice presidente della Giunta regionale. Attacchi anche dal capogruppo di FdI, Giorgio De Matteis, che ha chiesto l'azzeramento della giunta e il rimpasto di uomini e deleghe.

"Nel primo pomeriggio - conclude - ho formalizzato le dimissioni davanti al segretario generale, ben conscio della loro forza dirompente, ma convinto che la città non può subire la vaghezza del Governo né l’immaturità di alcune espressioni della politica del posto".  A gestire questa fase sarà il vice sindaco Raffaele Daniele, appena nominato e causa della reazione della maggioranza di centrodestra, non coinvolta. In giunta rimangono Carla Mannetti, Francesco Bignotti, Alessandro Piccinini e Monica Petrella. Gli altri posti sono da rimpiazzare. Biondi potrà ritirare le dimissioni tra venti giorni, il 2 aprile, a quattro giorni dal decennale del terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009.  In caso contrario arriverà il commissario.

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