Costa dei Trabocchi. Se l'assalto al paesaggio è in agguato... L'allarme di Italia Nostra

Tutto parte da una passeggiata, di mesi or sono, sulla ciclopedonale della Costa dei Trabocchi (Ch), effettuata in bicicletta dai sindaci Enrico Di Giuseppantonio (Fossacesia) e Fabio Caravaggio (Rocca San Giovanni) insieme alla dirigente della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, Chiara Delpino, per affrontare direttamente sul posto il problema dei cosiddetti chioschi nelle aree private lungo la ciclabile Via Verde. L'incontro ha visto la partecipazione dell'architetto Marcello Borrone, che si occupa della Pianificazione Urbanistica nel Comune di Rocca San Giovanni.

E qui si inserisce, ora Italia Nostra che, col presidente Pierluigi Vinciguerra, in una nota, spiega: "Secondo le indiscrezioni, le principali modifiche in discussione comprendono l’utilizzo di materiali diversi dal legno per le strutture ricettive e turistiche, purché montati a secco e facilmente rimovibili, escludendo i manufatti in cemento; l’ampliamento delle superfici massime consentite, dagli attuali 30 a 90 metri quadrati; l’incremento della superficie minima dei lotti di pertinenza dei chioschi a 2000 metri quadrati ; l’adeguamento dell’altezza massima delle strutture alle chiome degli alberi più prossimi; la semplificazione delle autorizzazioni, sostituendo il parere della Commissione edilizia Unica (Ceu) con un permesso a costruire rilasciato dai Comuni e prolungando la durata dell’autorizzazione". 

Insomma tutti correttivi a favore di pochi privati, in barba agli interessi dei fruitori dell'area, del paesaggio e dell'ambiente.

Italia Nostra aveva già espresso preoccupazioni in merito a queste proposte, inviando osservazioni ufficiali lo scorso 28 giugno durante una Conferenza dei Servizi preliminare. Tuttavia, ad oggi, non ha ricevuto risposte, e l’incontro con la Soprintendenza sembra aver proseguito un percorso decisionale che - viene fatto intendere - "lascia in ombra molte questioni critiche".

"Queste modifiche regolamentari rischiano di avviare una nuova generazione di piani urbanistici che potrebbero compromettere il delicato equilibrio della costa" si fa presente. "La rimozione delle restrizioni attuali rappresenta un passo verso una visione economica incentrata sullo sfruttamento del territorio, trascurando il fabbisogno reale e le dinamiche produttive locali".

Un fragile ecosistema sotto pressione

Il trasferimento della ferrovia ha reso il litorale meno presidiato e più vulnerabile, esponendolo a rischi geologici e alla pressione crescente del turismo di massa. L’accesso indiscriminato e le trasformazioni proposte potrebbero aumentarne le fragilità e aumentare i conflitti sull’uso del territorio.

"La legge regionale numero 5 del 2007 - ricorda Italia Nostra - ha istituito un sistema di aree protette e riserve lungo la Costa dei Trabocchi, precludendo, con l'articolo 1, da Ortona e Vasto, sulle aree dismesse del tracciato ferroviario, nell’ottica di un processo di valorizzazione e riqualificazione della costa teatina, ogni attività di trasformazione del suolo diversa dalla destinazione a verde".

Occorrerebbe che Regione, Provincia e Comuni - fa presente l'associazione - facessero alcune riflessioni e approfondimenti sulla politica di gestione dei flussi di visitatori, sulla trasformazione delle dinamiche abitative e sulle tematiche inerenti la sostenibilità ambientale. Il turismo sta assumendo un modello economico capace di ridefinire e sconvolgere profondamente l'organizzazione spaziale e sociale del litorale regionale.
In sintesi l'uso turistico e ricreativo delle aree della costa (comprese le aree di risulta e delle aree retrostanti medio collinari ) si mostrano ormai come un potente dispositivo di trasformazione, che rischia di favorire la produzione attività finalizzate al consumo e all'estrazione di valore di scambio piuttosto che alle esigenze di vita delle popolazioni residenti".

Un appello alla sostenibilità

La Via Verde rappresenta un patrimonio unico, il cui valore intrinseco deve essere preservato. Occorre anche una crescita culturale all’interno delle amministrazioni comunali, che spesso privilegiano interessi di breve termine. Il rischio è quello di perdere irreparabilmente un patrimonio che costituisce l’identità e il fascino dell'Abruzzo. 15 gen. 2025

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