Lanciano. Rapina con machete al bar... 'Il colpevole sono io...': prima confessa, poi ritratta

Si era presentato in caserma autodenunciandosi per la fulminea rapina con un machete avvenuta a fine 2015 a Lanciano (Ch) al bar-tabaccheria di via del Mare, prospiciente il distributore Agip.

Per quell’atto delinquenziale Manrico Urbino, 30 anni, di  Lanciano (Ch), di origine campana, è stato ora assolto dal Tribunale collegiale di Lanciano per non aver commesso il fatto. L’imputato, all’epoca, aveva problemi personali e si era lasciato condizionare dalle notizie riportate sul fatto di cronaca dai giornali. Appare evidente che ad oggi non si conosce il vero responsabile della rapina a mano armata.

Quella sera, alle 18.30 del 30 dicembre, un giovane con volto semicoperto da un cappellino, fece irruzione nel bar e con l’arma minacciò la titolare che era dietro il bancone, presente un cliente, intimandole di dargli i soldi contenuti in cassa. Inizialmente si parlò di 300 euro di bottino ma alla fine il capo d’imputazione ha dato conto di mille euro trafugati prima della repentina fuga.

A indagare sono stati i carabinieri che sequestrarono anche videofilmati presenti in zona per scoprire l’autore del colpo. A sorpresa, Manrico andò spontaneamente in caserma e confessò. Ma il rapinatore non è lui. Al processo i militari che hanno testimoniato, hanno riferito che le indagini non avevano portato ad alcun risultato e che si procedeva contro ignoti. Improvvisamente la sera del 7 giugno 2016 Manrico si è autoaccusato, fornendo diversi dettagli. Ma la titolare del bar-tabacchi non ha riconosciuto l’imputato nella ricognizione fotografica. In udienza il difensore, Gaetano Pedullà, ha fatto rilevare alcune contraddizioni tra il contenuto della confessione e il reale svolgimento dei fatti.

Ha evidenziato che gli accertamenti dattiloscopici eseguiti dal Ris di Roma sulle impronte digitali rinvenute nel punto dove il rapinatore si era appoggiato per scavalcare il bancone della tabaccheria e raggiungere la cassa, avevano dato esito negativo. Ha poi addotto un alibi, dimostrando che l’imputato, nei momenti della rapina, si trovava in un ambulatorio medico. Prima della sentenza Manrico ha reso spontanee dichiarazioni, ritrattando la falsa confessione. Con un quadro probatorio incerto l’uomo è stato assolto. Sentenza sulla quale Pedullà ha espresso soddisfazione, dando atto della correttezza del pm Francesco Carusi per essersi a sua volta associato alla richiesta di assoluzione.

Walter Berghella

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