Inquinamento di fiumi e mare per depuratori malfunzionanti: chiesta condanna ex presidente Sasi

Inquinamento per il malfunzionamento dei depuratori della società Sasi, ente che gestisce il servizio idrico in 92 Comuni della provincia di Chieti: la Procura di Lanciano ha chiesto la condanna per i 12 impianti fatti sequestrare dall’ex procuratore Francesco Menditto il 28 aprile 2015 in sette comuni, ancora sotto sigilli e prossimi allo sblocco dopo gli interventi del nuovo Consiglio d'amministrazione Sasi, presieduto da Gianfranco Basterebbe.

Sotto processo ci sono l’ex presidente Domenico Scutti e Alfiero Marcotullio, di Serramonacesca, a capo  della Ecoesse che aveva l’appalto per controllare gli impianti di Atessa, Bomba, Quadri. Il pm d’udienza, Gina Petaccia, ha chiesto la condanna del solo Scutti per inquinamento ambientale delle acque di fiumi e mare a un anno di reclusione, più un anno e 4 mesi di arresto e 5 mila euro di ammenda per altre contravvenzioni su reati ambientali connessi. Per Marcotullio chiesta invece l’assoluzione, col nuovo articolo ex insufficienza di prove. Il giudice Andrea Belli emetterà la sentenza il 6 maggio.

Il ministero dell’Ambiente si è costituito parte civile chiedendo agli imputati un risarcimento danni di 25,6 milioni di euro totali. Depuratori sequestrati anche a Lanciano, Treglio, Santa Maria Imbaro e Rocca San Giovanni, che proprio quell’anno perse la bandiera Blu della Fee. La clamorosa vicenda ha messo in luce un sistema di depurazione "fuorilegge" disseminato sul territorio.

La ciclopica inchiesta è partita nel novembre 2012, allorquando vennero passate in rassegna 97 impianti e vasche Imhoff in 48 comuni di competenza della Procura. Al termine dell’impietosa fotografia con danni ambientali, il gip Massimo Canosa, stigmatizzò la gestione Sasi e nel provvedimento scrisse: "Impianti non monitorati e tenuti in condizioni di inadeguatezza e inefficienza, né controlli microscopici sui fanghi". La Procura evidenziò inoltre scarichi al suolo e cielo aperto, abbandono incontrollato di rifiuti prodotti e fanghi tracimati a terra da vasche Imofh. Nei fiumi Feltrino, Sangro e Osento, come in mare, sarebbero finiti reflui con alte concentrazioni di ammoniaca, escherichiacoli, solventi organici aromatici e un elevato tenore di cloruri. Tant’è che nel 2015 Goletta Verde assegnò alla Sasi la Bandiera nera. Al contrario Scutti ha sempre sostenuto l’impegno profuso nella depurazione, pur in assenza di fondi pubblici per realizzare progetti già predisposti. Il prossimo 6 maggio parola alla difesa.

Walter Berghella 

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