Intrappolati nei canyon della Majella: recuperati e salvati cinque escursionisti
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Week end... da brivido. Da località Balzolo di Pennapiedimonte (Ch), nel Parco nazionale della Majella, l'altro ieri mattina, in gruppo, avevano deciso di  dedicarsi, per alcune ore, al torrentismo. Si tratta di una attività tra natura e sport, che viene praticata in montagna e consiste nella discesa, a piedi e con le mute, di corsi d'acqua che scorrono in canyon e fossi. Unica concessione sono le corde, utilizzate per calarsi nei tratti verticali di canaloni di roccia, oppure per attraversare punti particolarmente impegnativi, dove il rischio di cadere sarebbe troppo alto. Avrebbero dovuto essere momenti di divertimento, ma si sono trasformati in rischiosa avventura, da cui sono stati salvati dopo decine di ore di intervento da parte dei soccorritori.

Gli escursionisti, esperti, erano in cinque: quattro di Roma, Giuseppe Celli, Alessandro Rossi, Massimo Todari e Paolo Sebastiani, e uno di Terni, Gianni Miliacca. Avrebbe dovuto essere un percorso semplice, seppur impegnativo, tra cascate e salti di roccia nella forra di Selva Romana ma la faccenda si è complicata. Probabilmente quando si sono ritrovati  a superare la forra dell'Avello, dove il torrente diventa a tratti anche impetuoso. Si sono ritrovati intrappolati, in una gola profonda 400 metri. Uno della spedizione, Celli, 56 anni, accompagnatore della sezione del Cai di Roma, è probabilmente caduto e si è fratturato una gamba e si è dovuto fermare. E' rimasto bloccato. Sebastiani ha escoriazioni e tagli ad uno zigomo: è stato condotto all'ospedale di Chieti. Rossi, a causa di un piccolo smottamento del terreno, è stato colpito da una pietra: anche lui è in ospedale. 

L'allarme è scattato quando la moglie di uno degli uomini,  non ha visto rientrare il marito. Si è messa in moto una imponente operazione di recupero andata avanti per ventisei ore. Todari e Miliacca, sono usciti dal vallone e sono incappati, poco dopo la mezzanotte, nei primi soccorritori: sono stati visitati e sono stati trovati in buone condizioni. Altri due della comitiva invece sono rimasti nella forra, al gelo e sotto la pioggia, per tutta la notte, per assistere il ferito: sono stati localizzati, nel buio e la nebbia, grazie alla luce di alcune torce.

Mobilitato il  Soccorso alpino e speleologico Abruzzo, con quaranta uomini, giunti sul posto con tecnici, la squadra forre, la squadra alpini e due medici. Aiuti anche  da Marche, Molise e Umbria. Impossibile utilizzare gli elicotteri per riportare su i tre, a causa di nebbia e pioggia e delle pareti di roccia strettissime. Le operazioni sono state coordinate dalla Prefettura di Chieti e hanno visto la partecipazione di carabinieri forestali, vigili del fuoco, 118, dipendenti del Parco nazionale della Majella, personale della Protezione civile, con tende messe a disposizione dalla Regione Abruzzo, Croce Rossa Italiana e Comune di Pennapiedimonte che ha reperito pasti e posti letto in una struttura di accoglienza della zona per consentire a quanti sono stati impegnati nei soccorsi - una sessantina di persone - di poter fare pause di riposo. 

Gli escursionisti, trovati nell'acqua che, per via del maltempo, diventava sempre più alta e pericolosa, sono stati imbarellati e tirati su con argani a mano e funi. 

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Nelle foto i soccorsi e la forra dell'Avello

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