Val di Sangro. Niente fermate dei bus per lavoratori pendolari davanti aziende indotto Stellantis. 'Situazione di stallo da oltre un anno'

"A quattordici mesi dall’interruzione del servizio fornito dall'azienda di trasporto pubblico molisana Atm davanti alle aziende dell’indotto Stellantis in Val di Sangro, la situazione resta drammaticamente immutata".

Lo denuncia la Fiom Cgil di Chieti, che il 18 aprile scorso aveva nuovamente sollecitato Arap, Regione Abruzzo e Regione Molise ad intervenire con urgenza per sbloccare le fermate degli autobus utilizzate dai lavoratori, in particolare quelli pendolari dal Molise. "Ma, a oggi, - si dice in una nota - nessuna risposta concreta è arrivata".


"La situazione – spiega Andrea De Lutis, segretario provinciale della Fiom Chieti – è ancora paralizzata, mentre continuano a sommarsi disagi, rischi e costi per i lavoratori, costretti a usare mezzi propri per raggiungere il posto di lavoro". Nonostante alcune attività di messa in sicurezza delle fermate siano state eseguite ad aprile, lasciando sperare in un imminente ripristino del servizio, il blocco permane.

Il sindacato punta il dito contro un "inaccettabile rimpallo di responsabilità" tra Regione Abruzzo, Regione Molise e Arap (Azienda regionale per le attività produttive). Secondo fonti ufficiose - rimarca il sindacato -, la Regione Abruzzo avrebbe subordinato l’autorizzazione alla riattivazione delle fermate ad ulteriori interventi non meglio specificati, mentre chi ha effettuato i lavori sostiene che le opere necessarie siano già state completate. Nel frattempo, diverse aziende metalmeccaniche della zona riferiscono di aver ricevuto fatture "salate" per interventi mai richiesti e che, comunque, non hanno portato ad alcun risultato tangibile.
Un elenco di criticità chiare e irrisolte: le fermate degli autobus restano inutilizzabili; i lavoratori sono costretti a ricorrere ai propri veicoli, con un aggravio economico e maggiori rischi per la sicurezza; l’incremento del traffico privato comporta un impatto ambientale negativo.

Per il sindacato, la vicenda è il sintomo "di una più ampia inefficienza burocratica che frena lo sviluppo del territorio". "Se non siamo in grado di mettere a norma alcune fermate in oltre un anno – si legge nella nota – come possiamo ambire a realizzare infrastrutture più complesse in grado di attrarre nuove imprese?"

Alla luce della persistente inerzia istituzionale, Fiom annuncia un rafforzamento delle iniziative di pressione e chiede l’intervento della Cgil regionale affinché si giunga, senza ulteriori rinvii, al ripristino del servizio in condizioni di piena sicurezza. 09 giu. 2025

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