Stellantis. Magnacca versus Fiom: 'Parla a vanvera. Stabilimento Atessa non chiude'

"Siamo tutti noi molto sorpresi dalla sordità della Commissione europea alle richieste dei territori Ue, che hanno una forte specializzazione industriale dell’automotive, e del Comitato delle Regioni, oltre che di molti dei gruppi politici del Parlamento, che chiedono a gran voce un cambio di passo sulle politiche industriali, oltre a un maggiore sostegno alle nostre economie perché la transizione sia davvero giusta e democratica. Ma se è possibile parlare di assenza di responsabilità, questa va riferita anche alle dichiarazioni al segretario generale della Fiom, sia nazionale che di Chieti. Fiom è titolare di un comunicato (LEGGI QUI) che prefigura la chiusura di uno degli stabilimenti strategici di Stellantis come quello di Atessa, di cui non solo Jean-Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis, non parla, né cita, ma sul quale vi sono state espresse dichiarazioni sulla importanza e preponderanza per le produzioni e il fatturato per il gruppo. Gravissimo e forse anche poco lucido gettare nel panico migliaia di lavoratori e di imprese dell’indotto urlando addirittura la chiusura dello stabilimento in Val di Sangro". Va giù duro Tiziana Magnacca, assessore regionale alle Attività produttive e Lavoro.

"L’unico stabilimento che produce furgoni in Italia non chiude, - rimarca Magnacca - sempre che non debba farlo per dar voce a qualcuno. Regione Abruzzo in questo ultimo anno ha lavorato accanto al mondo produttivo seguendo con particolare attenzione l’automotive, lo stabilimento di Atessa con il suo indotto. Abbiamo tenuto in meno di un anno tre tavoli regionali (Teramo, Atessa e Sulmona), siamo stati presenti ai tavoli nazionali presso il Mimit con i sindacati e ai tavoli nazionali di Stellantis. In ciascuno di questi il ruolo svolto da Regione è stato di ascolto, di proposta e di denuncia, quando era necessario. Senza contare il ruolo fondamentale svolto dal presidente Marco Marsilio in Europa proprio sul tema della transizione energetica. Più impegno e meno polemiche in un periodo in cui necessita grande maturità e serietà anche nel dibattito pubblico".

"Anche perché - sottolinea Magnacca - se dovessimo metterla “sul piano politico” dovremmo ricordare che questa debacle dell’industria europea è stata scelta, voluta e votata da una parte politica (Verdi e PSE) che ispira alcuni dei sindacati che oggi gridano alla distruzione dell’automotive e alla perdita dei posti di lavoro. Siamo invece impegnati a tentare di mettere rimedio in Europa proprio a quelle scelte scellerate appoggiate, senza colpo ferire, senza un comunicato stampa, senza una dimostrazione, senza uno sciopero, senza una sfilata, da chi oggi teorizza la chiusura degli stabilimenti di produzione di autoveicoli. Perché allora hanno appoggiato quelle politiche che hanno favorito il mercato cinese e affossato quello europeo? Sono scesi in campo forze ideologizzanti del motore elettrico: in maniera acritica e senza preoccuparsi sui riflessi che avrebbe avuto sulla vita dei nostri lavoratori e delle loro famiglie. Anziché rimproverare il passato di Regione Abruzzo, proverei a fare un esame di coscienza. Quel che conta oggi è tamponare i danni di quella corsa ideologica e insensata, e immaginare soluzioni che mettano al riparo le nostre aziende, le nostre produzioni e i nostri operai. E per questo occorre una maturità capace di ammainare le bandiere e togliersi giacche di appartenenza, indossando le uniche vesti utili al mondo del lavoro: quelle dell’impegno, della serietà e della capacità di fare squadra in uno dei momenti più difficili della produzione industriale".  02 lug. 2025

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