GUARDA LE FOTO
Lanciano (Ch) – Nasce un Centro medico per migliaia di africani. E grazie alla solidarietà di cittadini di Lanciano e benefattori dell’associazione Acquachiaracongo, di solidarietà e volontariato. Arriva in Congo un grande ecografo: il terzo per un milione di abitanti. Lo scopriamo sere fa incontrando Enzo Manini, 78 anni, insegnante di chimica in pensione e presidente dell’associazione che da qualche anno dà speranze di vita in terra d'Africa. 
Enzo e la moglie Donatella De Angelis ci accolgono nella loro casa dove, in soggiorno, “splende” una bella ragazza in foto. E' la presenza quotidiana della loro figlia Maria Chiara (sorella gemella di Adriana, psichiatra). Un male incurabile a 47 anni si porta via Maria Chiara. Il dolore e la sofferenza non trovano spazio in questa casa. La loro incrollabile fede vede li guida. "Non sapremo mai perché lei è morta così giovane, sappiamo però cosa può nascere dal dolore…", dice Enzo.

 “Tramite il nostro amico don Jean Bosco, - dichiara - oggi parroco ad Ortona, dal Congo nell’agosto del 2015 in città sono arrivate suor Brigitte Kense (che dirige una scuola  - ndr -) e Bibiche, una mamma di quattro figli. Dai loro racconti abbiamo toccato con mano, e soprattutto col cuore, una condizione di povertà immensa. La Repubblica democratica del Congo da anni è in guerra. E' un Paese ricchissimo di minerali ma completamente saccheggiato dalle multinazionali”. 

Cosa manca a questa gente? “Tutto. Acqua, elettricità, medicine. Tutto”. Da quell’estate inizia il tempo della riflessione. La notte, i pensieri accompagnati dal cuore, viaggiano lì a migliaia di chilometri. “Ma cosa possiamo fare noi per questa gente?” si chiedono Enzo e Donatella.
Da piccole riflessioni nasce così l’associazione (che ha anche un sito www.acquachiaracongo.it). 

Siamo a novembre del 2015 e inizia un’avventura impensabile. “Incredibile. Oltre ogni previsione” dichiara Enzo. Flashback: Maria Chiara era un’insegnante di scuola. La prima richiesta di solidarietà dal Congo riguarda proprio la scuola. Siamo a Goma, a nord della regione Kivu, rifugio di famiglie, spesso prive della figura paterna, di orfani, di vedove, di ragazze vittime di violenze inaudite. Qui vivono proprio suor Brigitte e madame Bibiche: “Guarda qui. Sembra una scuola?” Davanti a noi, le foto dei bambini congolesi in una baracca; per terra ciottoli, grossi lastroni di pietra e terriccio. I muri sono pezzi di legni alla rinfusa, le finestre praticamente inesistenti. “Loro progettano, ci mandano preventivo e noi volta per volta paghiamo. I soldi sono un mezzo. Restituiamo loro speranza”. Un anno fa nasce una vera scuola, la “Reina de la Paz”: pavimento doc, mura nuove in legno e ritinteggiate, finestre per davvero, soprattutto banchi tutti nuovi per gli studenti. “E le aule vengono intitolate a Maria Chiara Manini”. Nel giro di un mese la scuola da 50 bambini iscritti passa a 550. Gratitudine. Commozione. 

Non finisce qui. Sul conto corrente continuano ad affluire soldi, benefattori che vengono coinvolti dalle iniziative perché versano e vedono i frutti della generosità. “Migliaia di famiglie senz’acqua. Raccolgono acqua piovana in bagni e cisterne. Donne e bambini devono fare decine e decine di chilometri con le conche sulla testa per riportare dai centri più grandi acqua. Non è possibile vivere così”. E voi? “Non ci crederai. Il Lions di Lanciano ci regala 30 rototaniche, progettate da due giovani ingegneri genovesi”. Le rototaniche sono le nostri comuni taniche ma a forma di ruota in modo che per trasportarle si spingono come se fossero cariole. Manca una fontana però. Solo per poco, perché una iniziativa benefica fa da tramite alla realizzazione della fontana. Quale? “Quella che si è svolto al Fenaroli de ‘ Il piccolo Principe’, musicato dal professor Remo Vinciguerra con la collaborazione di tutti i ragazzi della scuola media Mazzini di Lanciano. Col ricavato di quella serata è stata realizzata la fontana con 4 cannelle. Sai cosa ha significato per quella gente? Una rinascita… anzi una nascita”.

Dopo la scuola e l’acqua viene a galla un'altra necessità. Le continue guerre fanno sì che molte donne rimangono vedove, costrette a lavorare in totale dipendenza nei campi. Se solo potessero imparare l’arte e metterla da parte… Mamma Bibiche fonda una cooperativa di sartoria con 15 donne. Mancano le macchine da cucire. Mancavano… perché “gliele abbiamo comprate, anzi gliele hanno comprate tutti coloro che credono nel progetto di Acquachiaracongo”. Che fantastica storia è la vita, canterebbe Venditti. “E da mesi quelle mamme possono dare da mangiare per 2 volte al giorno a questi bimbi”. “Due volte al giorno” mi ripete più volte. E ritornano sul tavolo le foto della vita congolese, i loro sorrisi, i loro occhi in cerca di speranza.
Enzo va abitualmente in un ufficio postale a versare soldi o dare disposizioni per i pagamenti in Africa. E cosa accade? “Le dipendenti vogliono sapere… racconto loro le iniziative e iniziano a darmi soldi. La responsabile dell’ufficio si appassiona al progetto. Racconta tutto alla figlia che deve sposarsi”. E così due semplici sposi, Ilenia ed Emiliano, mettono cuore e amore nel loro progetto di vita nuova e devolvono in beneficenza tutto quanto avrebbero speso per le bomboniere. Beneficiari bambini e famiglie africane. 

E poi... Don Jean Bosco mette a disposizione dei locali, conosce una dottoressa Juliette che dà la sua disponibilità a dirigere il Centro medico di primo intervento a servizio degli alunni della scuola e della popolazione del quartiere. “E mi dice che hanno la necessità di un ecografo per aprirlo”. E vallo a trovare un ecografo che costa mediamente 25-30 mila euro!!! “Io lo racconto ma è difficile a credersi. Telefonate a destra e a manca… trovi così un ecografo?”. Da dove arriva? “Una mattina squilla il telefono, un’amica: “C’è un ecografo per te, vai lì che è pronto”. Il Centro medico “Progetto Vita” di Lanciano proprio in quei giorni compra un ecografo di ultima generazione e cede gratuitamente quello attuale, perfettamente funzionante. E' lo stesso ecografo dal quale Maria Chiara apprende di avere un male incurabile. Vabbè sono coincidenze… “Abbiamo atteso mesi per spedirlo. Una burocrazia feroce fra documentazione per il trasporto, frontiere e dogane però ci siamo riusciti”. Giorni fa l’ecografo è stato spedito a Goma. 
Cosa le piacerebbe ancora fare? “Raccontare queste storie di vita, di cuori che tracimano amore ai bambini delle scuole. I bambini, con cuore puro, capiscono cosa significa amare in modo disinteressato…”
Oggi in migliaia in Africa hanno la scuola, l’acqua e un Centro medico per curare malattie. Le parole delle insegnanti e le mani della dottoressa Juliette sono le mani di decine e decine di benefattori di Lanciano e dintorni. Maria Chiara è morta nel maggio del 2012 a Lanciano. Oggi vive in Africa perché come scriveva sant’Agostino “i morti non sono assenti, sono solo invisibili”. 


Alessandro Di Matteo

In alto momenti della vita in Congo grazie all'associazione Acquachiaracongo; in basso Maria Chiara a cui l'associazione è intitolata. Cliccare su immagini per ingrandire
@RIPRODUZIONE VIETATA 

Condividi l'Articolo

Articoli correlati