Elezioni comunali Lanciano. Alla ricerca del compromesso storico: il centrodestra non partorisce il candidato sindaco

Trattative infinite. Colloqui prima a due, poi a tre. Ore di riflessione. Ripicche, personalismi in campo, orgoglio, esperienza. E niente, nel centrodestra a Lanciano (Ch).

Tre mesi di proclami e il candidato a sindaco unitario non c’è, ammesso che debba esserci…. Ce ne sono tanti di candidati. Danilo Ranieri continua ad essere quello indicato dalla Lega che dice che su questo non molla. Fausto Memmo, coordinatore cittadino salviniano ha accusato Paolo Bomba, di Fratelli d’Italia, di tradimento. Verrebbe da dire “fratelli coltelli”. Bomba, dopo 18 mesi di richiesta di candidatura, è infatti approdato alla corte di Filippo Paolini che nel frattempo stava costruendo politicamente il "Polo civico" con Tonia Paolucci (quest’ultima non riconosciuta interlocutrice politica da Bomba).

Bomba ha chiesto ospitalità, riconoscendo all’ex sindaco degli anni Duemila prestigio e competenza e capacità di aggregare, per rimettersi in sella, guidare il centrodestra ed eventualmente salire di nuovo sullo scranno più alto della città. Paolini parrebbe, per alcuni, l’Allegri della politica lancianese: collabora anche con la lista civica di Graziella Di Campli e il suo fidato amico Angelo Palmieri per presentarsi (eventualmente) alla città. Paolucci restia alle ospitate improvvisate, senza programmi, chiede da giorni che l’eventuale coalizione mantenga il target di "Polo civico" e sia da aggregante di tutto il centrodestra. Fratelli d’Italia dovrebbe digerire la civicità rispetto all’appartenenza dura e pura della destra. Il gioco politico a tre, Bomba-Paolucci-Paolini, scricchiola perché mancherebbe il... collante. Da giorni i telefoni sono muti. Paolini sonda il terreno anche per valutare se ne vale la pena. Paolucci non vuole essere il taxi usato per le beghe fra Lega e Fratelli d’Italia. Bomba ascolta gli umori dei suoi uomini per vedere fra tattiche e proposte che conviene fare…

A questo punto, per venire a capo del garbuglio, servirebbe un "compromesso storico" come recita una foto su Facebook con Paolini, Bomba e Sala che brindano. Quest'ultimo, che ha deciso che in questa tornata elettorale non se ne starà in disparte, ha anche diffuso una nota dai toni un po'... medievali e anacronistici, sottolineando che "Lanciano è da anni terra di conquista... Abbiamo lasciato praterie intere ai politici "stranieri"... di Arielli, di Tollo, di Chieti, di Manoppello, di Trastulli di Castel Frentano, di Poggio Picenze, di Barisciano o de L’Aquila e prima ancora di Roma, di Napoli, di Pescara. Paolo (Bomba) con la sua decisione (l'entrata a corte, ndr) ha agevolato la soluzione indicando una strada terza per porre fine a questa stucchevole querelle...". Stavolta, quindi,"non passa lo straniero"...  Ma chi è lo straniero?

Né i tavoli regionali né gli sproni degli elettori, fra social e incontri notturni, sono riusciti a sbrogliare da mesi la matassa (che per ora non ha né capo né coda). E' una fase di stallo che potrebbe durare ancora tanto. Solo che per chi ha qualche volta pilotato un aereo, quando c’è lo stallo, c’è all’orizzonte lo sfracello: l’aereo sta per schiantarsi. Per evitare tutto bisogna accelerare, ingoiare “rospi” e resettare “colpi bassi”. Principi e mediazioni devono mescolarsi. Intanto per domani è previsto l’ennesimo (scontato?) incontro regionale. Di cerini accesi di mano in mano se ne sono visti tanti. Allo stato attuale presentarsi con almeno due candidati di centrodestra in opposizione al centrosinistra è un rischio altissimo.

Anche perché tra due mesi, il 3 e 4 ottobre, si vota. E il centrosinistra il suo candidato, Leo Marongiu, ce l’ha e sta facendo già beatamente campagna elettorale; il movimento 5Stelle pure, con Sergio Furia; poi c’è Ivaldo Rulli con la lista civica “Rilanciamo Lanciano”.

Alessandro Di Matteo

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