Nuova linfa per la SanMarco Industrial di Atessa: arriva commessa nel settore elettrico

Boccata d'ossigeno per la Sanmarco Industrial, sull’orlo di sparire appena pochi mesi fa, e che adesso può invece tornare a fare progetti.

Nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo con la società Abb E-mobility Spa per la fornitura di colonnine per la ricarica di auto elettriche destinate al mercato europeo. L'azienda ha così previsto investimenti per circa 3 milioni per adeguare il sito di Atessa (Ch) alla nuova produzione che partirà da giugno e che sarà esclusiva in Abruzzo, mentre in Italia si conta solo un'altra fabbrica dello stesso genere.

“Giudichiamo positivamente la notizia della nuova commessa – dice il segretario generale di Uilm Chieti-Pescara, Nicola Manzi – perché c’è finalmente stato il cambio di rotta che auspicavamo. Nonostante il fatturato sia ancora in calo e i volumi siano rimasti invariati, l’azienda ha dichiarato, nell’incontro che abbiamo richiesto, di aver ricominciato a realizzare utili. Aver saputo diversificare, in un settore in forte espansione come quello elettrico, a seguito della transizione ecologica, - sottolinea Manzi - porterà la SanMarco ad investire sul territorio che potrà credere ancora in questa realtà, che ha fatto la storia della Val di Sangro. E' una svolta radicale rispetto al passato, è una buona notizia che ci fa ben sperare per il futuro. La nuova produzione consentirà di interrompere il ricorso agli ammortizzatori sociali".

Sanmarco Industrial ha acquistato nel 2017 la vecchia San Marco Costruzioni Meccaniche dopo il fallimento nel 2012 della storica azienda metalmeccanica creata da Icilio Sideri. E’ seguito un periodo di gestione con la formula dell’affitto da parte del gruppo Stola. La nuova proprietà ha investito in questi anni 8,7 milioni, ma nonostante ciò ha continuato a registrare perdite che si sono trascinate fino a questo momento.

Clienti storici sono il colosso dei furgoni commerciali leggeri Sevel, Iveco e il settore delle lavorazioni stradali e quello militare. Ma dal 2019 le prospettive dello stabilimento si sono ridotte drasticamente e affievolite, così come il fatturato. A settembre 2020 la proprietà aveva mostrato la volontà di chiudere. "Nel 2021 - evidenzia la Uilm -  il primo segnale di cambiamento. La proprietà ha azzerato i vecchi vertici e inserito un nuovo direttore". Che, a fine gennaio, ha aperto la procedura di mobilità per 50 dipendenti a causa di una grave flessione del fatturato, passato da 21milioni di euro del 2019 a 12milioni di euro del 2022. La procedura di mobilità si è conclusa con il licenziamento di 42 dipendenti. Attualmente gli occupati sono 90, ma lavorano in 75 perché in 15 si trovano in cassa integrazione straordinaria fino all’8 giugno.  13 mag. 2022

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