Atessa. In Sevel scatta la cassa integrazione

Sarà cassa integrazione, la settimana prossima, alla Sevel di Atessa (Ch).

La mancanza di microchip e di componenti per la scatola dello sterzo che, dalla scorsa estate, ha già bloccato, a ripetizione, la fabbrica del Ducato, adesso si tramuta in un riduzione della produzione giornaliera e nell'attivazione della cassa integrazione ordinaria (Cigo). 

E' quanto comunicato, oggi, dalla direzione aziendale alle organizzazioni sindacali in una riunione in cui si è parlato di "nuovo assetto produttivo". La cassa integrazione, parziale, riguarderà 700 lavoratori del turno di notte, 500 del turno A e altrettanti di quello B, quindi, complessivamente, circa 1.700 dipendenti. Tra l'altro le norme vigenti per la Cigo non prevede la rotazione dei lavoratori, che invece è obbligatoria in quella straordinaria. 

Per questo i rappresentanti sindacali Uilm in una breve nota affermano che... "seppur nel rispetto della normativa, riteniamo non condivisibile il criterio adottato per la scelta dei lavoratori da mettere in cassa integrazione". 

Sulla questione interviene anche l'Usb-Unione sindacale di base della provincia di Chieti. "La situazione produttiva in Sevel - si fa presente in un documento - è molto più preoccupante di quello che si vuole far sembrare. E' stato annunciato l’ennesimo ricorso alla cassa integrazione: la motivazione è quella della crisi dei semiconduttori. Per quanto sia credibile come motivazione, - viene rimarcato - secondo noi si sta approfittando di questa crisi per andare verso un processo di ristrutturazione dello stabilimento. Contestiamo - si afferma ancora - la modalità di  ricorso alla cassa integrazione, che sarà gestita a discrezione dell’azienda, per questo chiediamo che sia gestita in modo equo e senza discriminazioni, attivando una sorta di rotazione". L'Usb dice no a "false rassicurazioni, mentre è in atto un vero e proprio ridimensionamento di Sevel, con grave ricadute sull’indotto della Val di Sangro". E ancora: "Siamo fortemente preoccupati - evidenzia - per la sorte dei 400 lavoratori in staff-leasing che di questa situazione rischiano di essere le prime vittime".  05 nov. 2021

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