Megadiscariche veleni Bussi. Il ministero dell'Ambiente annulla appalto per bonifica siti

Come annunciato nelle scorse settimane... Il ministero dell'Ambiente ha disposto l'annullamento d'ufficio, ed in via di autotutela, del provvedimento di aggiudicazione, del 7 febbraio 2018, della gara, indetta nel 2015, per la bonifica delle megadiscariche di veleni denominate 2A e 2B che si trovano sotto al paese di Bussi sul Tirino (Pescara).

L'atto è stato firmato ieri dal dirigente Giuseppe Lo Presti e inviato all'associazione temporanea di imprese Dec Deme che si era aggiudicata la gara e che ha presentato già osservazioni ma a cui il Mina ha risposto. E, secondo quanto si legge nelle sette pagine del documento, viene ritenuto senza fondamento l'eccezione di tardività del provvedimento di annullamento, adottato dopo 18 mesi dall'aggiudicazione; si parla di progetto con "scarso grado di approfondimento", di carenze nel piano di caratterizzazione per cui "non può esserci alcuna certezza in merito alla stima a misura prevista (al 90%) per la computazione dei lavorì, cosa che potrebbe prevedere ulteriori spese". La Dec Deme contesta che "la comunicazione (di annullamento ndr) che si riscontra preannuncia un provvedimento di annullamento in autotutela privo di motivazioni di interesse pubblico, connotate di concretezza e attualità e distinte rispetto al mero interesse al ripristino della legalità, sotto il profilo della rispondenza alla normativa tecnica vigente, idonee a giustificare la rimozione degli atti di gara", ma secondo il ministero "risulta all'evidenza sussistente l'interesse pubblico alla realizzazione degli interventi di bonifica per la quale si rende necessaria la rimozione di tutti gli atti viziati, a partire dal bando e dagli atti di gara susseguenti fino all'aggiudicazione, quest'ultima fondata su un progetto ineseguibile...". 

La bonifica del Sito di interesse nazionale di Bussi per lungo tempo è stato oggetto di controversie e a rimetterci è stato solo il territorio. Poi la Provincia, con conferma definitiva da parte del Consiglio di Stato, ha individuato nella società Edison Spa la responsabile della contaminazione. "L'annullamento della gara consente di restituire all'Abruzzo - fa presente il ministro dell'Ambiente Sergio Costa - 47 milioni di euro. Utilizzeremo le risorse sbloccate per le aree pubbliche del Sin, quindi per la collettività. Lo svincolo delle risorse, con loro successiva riassegnazione al bilancio del ministero, garantirà una più celere risoluzione delle problematiche ambientali in questione. Edison, quale soggetto responsabile, sotto vigile controllo, dovrà procedere, in quanto obbligato, a una rigorosa azione di bonifica delle aree". 

"Si ribadisce un sacro principio: chi inquina paga - commenta il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut - e il rispetto di questo principio comunitario consente non solo il rientro nella disponibilità dello Stato delle risorse che erano state originariamente destinate alla gara ma anche una ridistribuzione, nelle aree pubbliche, di tali risorse, con ulteriori interventi". 

Edison - fa presente il ministero - "ha già provveduto a ripristinare i teli danneggiati e ad assegnare l'appalto per il completamento della copertura superficiale dei terreni", che sono infarciti di sostanze cancerogene. Si è attivata "per il ripristino del sistema di emungimento delle acque sotterranee relative alle aree medesime, quali misure di prevenzione.... L'analisi dei dati disponibili - continua - ha fatto emergere la necessità di integrare le indagini ambientali. A questo proposito l'Edison ha trasmesso un Piano di indagine integrativa e procederà alla progettazione definitiva e all'attuazione dei necessari interventi di bonifica a fronte della loro validazione da parte di Arta Abruzzo. Il tutto, chiaramente, sempre sotto l'egida del ministero che si accerterà che l'intervento sia risolutivo e tuteli completamente l'ambiente e la salute dei cittadini".  18 giu. 2020

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