Estrazione metano in Val di Sangro. Quarantaquattro sindaci chiamano in causa i parlamentari
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Sono 44 i sindaci che ieri hanno firmato la "convocazione urgente" con cui chiamano a raccolta i parlamentari eletti in Abruzzo, il governatore Marco Marsilio, consiglieri e assessori regionali "in relazione a problematiche di carattere ambientali".

Tutti invitati, il prossimo 9 marzo, al Museo etnografico di Bomba, per sviscerare la vicenda relativa "al terzo progetto di estrazione del metano da sotto il lago di Bomba, con la costruzione di un gasdotto" lungo venti chilometri che attraverserebbe "la vallata del Basso Sangro" per confluire in una raffineria pianificata a Paglieta. Il progetto è della Cmi Energia Spa, società partita all'assalto dopo la Forest Oil, che ci ha provato a lungo ed è fallita, e dopo l'Agip che dagli anni Sessanta al '92 ha tentato di sfruttare il giacimento, uno dei più grandi in Italia situati in terraferma, che stazione anche sotto l'invaso artificiale di Bomba. Ma si tratta di un territorio fragile, a rischio, in cui c'è una diga in terra. Un progetto che, viene fatto presente dagli amministratori comunali, "ha già avuto bocciature a diversi livelli, che desta preoccupazione per la tutela della salute pubblica e che è in contrasto con uno sviluppo sostenibile della Val di Sangro". Nella stessa riunione sarà affrontata anche la questione dell'impianto di rifiuti sanitari infettivi che la società molisana Di Nizio vuole realizzare ad Atessa.

"Le popolazioni interessate - viene ancora fatto presente - hanno già manifestato, unitamente con le associazioni ambientaliste e il mondo produttivo, la contrarietà a questi progetti". Che, però, nonostante vari dinieghi, sono ripartiti. Faccende delle quali l'altro ieri si è occupato il Comitato dei sindaci per la tutela a la valorizzazione dell'ambiente del Sangro Frentano Aventino, in un partecipato incontro ad Atessa. "Non ci saremmo mai aspettati una terza riproposizione del progetto al ministero dell'Ambiente - ha evidenziato Massimo Colonna, consigliere comunale a Bomba e che, con il comitato "Gestione partecipata del territorio" da un decennio porta avanti la battaglia contro le trivelle sul lago -. Non c'è molto tempo. Entro il 15 marzo - ha sottolineato - bisogna presentare le osservazioni. Sono stato sempre fiducioso, stavolta lo sono di meno". Allora occorre, oltre a quella tecnica, una battaglia politica. Tra gli interventi quelli dei sindaci di Atessa, Giulio Borrelli, e di Paglieta, Ernesto Graziani, che hanno proposto, con forza, una manifestazione popolare. Tutti in piazza, al più preso, ad Atessa, contro gli ecomostri.

"Bisogna dar seguito - ha concluso Colonna - alla richiesta sottoscritta, il 22 gennaio 2018, da Regione Abruzzo, Provincia di Chieti e da associazioni e decine di Comuni, tra cui Bomba, di ritirare, una volta e per sempre, il permesso di ricerca "Monte Pallano" dal mercato e di attestare che "il giacimento di gas naturale di Bomba non è sfruttabile a causa della delicata situazione idrogeologica dei luoghi, della presenza di frane attive e quiescenti e del bacino idroelettrico con diga in terra". 

Intanto il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha presentato una mozione in Regione che impegna l'esecutivo ad una definitiva bocciatura del progetto. E l'assessore regionale All'ambiente, Nicola Campitelli, ha indetto una riunione a Pescara per il 5 marzo. 

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