Lanciano. Morte Anna Maria D'Eliseo: domani sopralluogo tecnico nella villa

Si torna nel garage - cantina, quello del giallo. Quello dove lo scorso 15 luglio è stata trovata morta, dalle forze dell’ordine, Anna Maria D’Eliseo, 60 anni di Lanciano. E’ stato il marito a dare l’allarme, ad avvisare i carabinieri, raccontando di averla trovata appesa, esanime, con un filo elettrico attorno al collo.

Lui non ha avvisato il 118, ritenendo che ormai non ci fosse più nulla da fare per salvarla. “Si è suicidata”, ha riferito il coniuge, Aldo Rodolfo Di Nunzio, 70 anni, vigile del fuoco in pensione, ai militari. Ma la dinamica è apparsa subito poco chiara. Tanto che la Procura di Lanciano lo ha messo sotto inchiesta per omicidio volontario.

L'uomo, in più occasioni, ha ribadito di non averla ammazzata. Domani mattina nel locale dove la donna è deceduta ci sarà un sopralluogo tecnico, un atto irripetibile, a cui saranno presenti le forze dell'ordine, i consulenti, sia della pubblica accusa che delle parti, e gli avvocati, Elisabetta Merlino, per i cinque figli della vittima, e Claudio Nardone, che difende l’inquisito. Quest'ultimo non potrà essere sul posto, nella villa dove viveva con la moglie e dove si è consumato il dramma, in località Iconicella. Il garage è sotto sequestro, e sigillato dal giorno della tragedia.

Gli esperti sono chiamati a far luce su alcune incognite, come quella di individuare il punto in cui la donna si sarebbe uccisa. Un particolare fondamentale, perché, finora, gli accertamenti effettuati non hanno chiarito dove la vittima avrebbe allacciato o infilato il cavo con cui, stando al racconto del marito, si sarebbe impiccata. Si cerca un gancio o un qualche appiglio in corrispondenza del punto in cui D'Eliseo è caduta, in cui ora c'è il disegno della sagoma. Il legale dell'indiziato nelle scorse settimane aveva chiesto che la rimessa fosse al centro di un incidente probatorio, che è stato negato. "Dopo il rigetto da parte del gip della mia istanza - afferma Nardone - la Procura ha inteso proseguire con il sopralluogo. Anche noi abbiamo necessità di capire ed accertare, lo chiede il mio assistito".

Ad occuparsi del caso i pm Serena Rossi e Francesco Carusi. La prova tecnica andrà a supporto a quella scientifica, dal momento che l’esito dell’autopsia è stata incerta. Il medico legale Cristian D’Ovidio, dopo gli esami necroscopici, è impegnato in approfondimenti di laboratorio e strumentali. E c'è attesa per gli esami tossicologici. Al momento esiste un complicato puzzle noir che attende di essere composto, in modo da svelare il mistero che avvolge la fine della collaboratrice scolastica, descritta da tutti come mite, gentile e premurosa.  11 ago. 2022

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