Morte Andrea Prospero. Il 18enne arrestato  a Roma fa scena muta davanti al giudice

Scena muta. Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Perugia, Margherita Amodeo, il diciottenne di Roma finito agli arresti domiciliari con l'accusa di istigazione o aiuto al suicidio, riguardo alla morte di Andrea Prospero, universitario di 19 anni, di Lanciano (Ch), che si è tolto la vita il 24 gennaio scorso nel capoluogo umbro.

Accompagnato dal suo difensore, l'avvocato Alessandro Ricci, l'indagato, Emiliano V., ha lasciato il tribunale senza proferire parola e protetto dall'assalto di telecamere e giornalisti.

L'arresto dell'adolescente è avvenuto, nei giorni scorsi, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, sulla drammatica fine dello studente. L'indagato, che è attualmente ai domiciliari, ha ripetutamente incitato Prospero, che negli ultimi tempi gli confidava di essere molto provato, ad uccidersi, consigliandogli varie modalità di attuazione.

Agghiaccianti i contenuti delle chat  (LEGGI QUI) stanate dalla magistratura e dalla polizia su telefonini e altri dispositivi della vittima. Nell'ordinanza di arresto del gip si fa riferimento proprio alle parole scambiate tra i due nei minuti che hanno preceduto il decesso di Prospero: "C'è la puoi fare, vai, ammazzati". Secondo il gip, l'arrestato "non ha avuto remore nel rafforzare e agevolare il proposito suicida di Prospero", inducendolo a portare a termine l'estremo gesto. Era lo scorso 24 gennaio e Prospero ha mandato giù, su consiglio e incitamento, Xanax e Ossicodone cloridrato. Un mix che non gli ha lasciato scampo. 

Gli accertamenti, ancora in corso, hanno rivelato che l'universitario, già in forte disagio esistenziale, seguendo i consigli dell'altro su come ammazzarsi in maniera indolore, ha cercato informazioni su ChatGPT riguardo a farmaci letali da poter utilizzare. 

Le indagini e il mistero delle sim card

Le forze dell'ordine stanno continuando ad analizzare il contenuto di telefoni e sim card di Prospero. Sono state rinvenute 46 schede telefoniche e cinque cellulari nella stanza di Via del Prospetto dove è stato trovato cadavere, elementi che fanno ipotizzare possibili collegamenti con attività al momento poco chiare. Inoltre stanno cercando di ricostruire la deleteria rete dei rapporti virtuali instaurati. Su questo fronte è stato aperto un secondo fascicolo.

Un altro diciottenne, residente in Campania, risulta indagato con l'accusa di aver fornito illegalmente gli oppiacei con cui  Andrea l'ha fatta finita. E c'è un altro giovane che potrebbe finire sotto accusa per omissione di soccorso, dato che Emiliano V., rendendosi conto in diretta, nella chat di Telegram, che "l'amico" era morto, ha chiesto: "Chiamiamo un'ambulanza a quel fesso?". E un terzo utente ha risposto: "Facciamoci i cazzi nostri".

La trappola della rete 

Il procuratore Cantone ha dichiarato che Prospero è stato "aiutato al suicidio" da Emiliano V., finito in passato anche in ospedale per l'utilizzo di droghe. La polizia postale ha definito il caso come un esempio della "trappola virtuale" in cui si può cadere, con conseguenze tragiche anche nel mondo reale. Il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini ha sottolineato come la realtà virtuale possa coinvolgere persone senza che queste si siano mai incontrate, aumentando i pericoli per tutti. 21 mar. 2025

SERENA GIANNICO

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