Percuote la moglie, poi le dà uno spintone con tutte e due le braccia e la fa cadere. Episodio avvenuto anche in presenza di figli minorenni per cui c’è un ulteriore aggravante.
I fatti sono riferiti al 29 maggio del 2023 e ieri la vicenda è approdata dinanzi al gup Giovanni Nappi che ha rinviato a giudizio l’uomo, N.D.M, 59 anni, di Lanciano (Ch), che verrà processato il prossimo 3 marzo con l’accusa di percosse aggravate per averlo commesso con un famigliare convivente. L’imputato è difeso dall’avvocato Consuelo Di Martino, mentre la vittima, costituita parte civile, è patrocinata dall’avvocato Antonella Troiano. Il giorno del litigio l’uomo ha anche pesantemente offeso la donna e un figlio avuto da lei in un precedente matrimonio in Venezuela, chiamandoli “Morti di fame, fate schifo, andate via, tornate al vostro Paese”.
La coppia è sempre stata particolarmente litigiosa tanto che l’idillio d’amore è durato pochi mesi: erano già in fase di separazione durante il bisticcio, non certo il primo. La donna, peraltro, era anche malata oncologica e sotto chemioterapia, per cui l’avvocato di parte civile giudica il caso: “Assolutamente riprovevole e priva di ogni possibile giustificazione. L’ha ingiuriata in ogni modo e nella consapevolezza della sua fragilità fisica per la sua malattia, e poi per le difficoltà che stava vivendo a causa della separazione in corso”.
Il giorno delle percosse in casa giunsero anche le forze dell’ordine e l’ambulanza del 118 ma la donna non è andata a farsi refertare in ospedale per non lasciare solo il figlio minorenne, rimasto fortemente scosso dall’accaduto. Diversamente sarebbe scattato per l’uomo anche il reato di lesioni.
Per i danni morali chiesti 2.500 euro di risarcimento, rimettendosi comunque alla valutazione del giudice. Il periodo di convivenza, come detto, è stato molto burrascoso, al punto che la donna ha sporto più volte querele contro il marito. Certamente eclatante quello di un processo attualmente in corso, è partito il mese scorso, il 7 maggio, per il quale l’uomo è imputato di violenza sessuale per aver dato improvvisamente una manata al seno, chiedendo curiosamente alla moglie: “Qual è la mammella operata”. In questo caso il risarcimento richiesto per danni è di 10 mila euro.
WALTER BERGHELLA
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