Falcia pedoni lungo Corso Trento e Trieste a Lanciano: dal carcere ora chiede scusa ai feriti e alla città

"Vedo lampi di luci negli occhi e sento rumori nella testa. Non mi sento bene".

E’ quanto ha detto stamani Emanuele Travaglini, 28 anni, di Casoli (Ch), all’interrogatorio di garanzia, dinanzi al gip Massimo Canosa, dopo l’arresto di martedì scorso, 13 settembre, per tentato omicidio, perché ha volutamente travolto, con la macchina, un uomo e una donna sul corso Trento e Trieste a Lanciano (Ch).

L’indagato, difeso dall’avvocato Alessandro Di Martino, resta nel supercarcere di Lanciano (Ch) dopo la convalida, in quanto ritenuto violento. Il giovane ha risposto alle domande e ha spiegato la sua situazione psicologica, confermando gli ingressi e le visite sanitarie. Molto scosso e dispiaciuto, ha chiesto scusa e perdono ai due pedoni falciati, ossia a Gabriele Staniscia, 77 anni, di Lanciano, ricoverato per politrauma e fratture a Pescara, e a Luciana Iavicoli, 68 anni, dimessa dal Renzetti e in cura a casa per il bacino fratturato. Lei ha salvato il suo nipotino di un anno e mezzo che portava a spasso lanciando in avanti il passeggino, quando ha visto la vettura avvicinarsi pericolosamente a gran velocità. Scuse anche ai cittadini di Lanciano rimasti scioccati dalla sua folle corsa alla guida della vecchia Fiat Punto del padre, con cui ha "macchiato" di sangue e paura le Feste di settembre attraversando il corso, che è area pedonale, e puntando passanti e tavolini esterni dei bar.

Coordina l’indagine dei carabinieri il pm Francesco Carusi. Il suo legale ha chiesto provvedimenti meno afflittivi per le sue condizioni psico - fisiche del pirata della strada che ha inoltre spiegato: "Quella mattina ho fatto colazione al bar e volevo tornare a casa, poi in macchina la mia ansia è cresciuta e mi sono ritrovato a Lanciano. Ho infilato il Corso impulsivamente. Sono stato abbagliato da luci che mi hanno offuscato la vista". Quindi la sua folle corsa, a oltre 100 chilometri orari.

"Quando mi sono fermato – ha aggiunto l’indagato –, mi è venuto il dubbio che avessi potuto investire qualcuno. Mi sono fermato ed ho chiamato i carabinieri". Quanto alla sua salute mentale Travaglini ha raccontato: "Sono stato in ospedale per attacchi di panico, ma non mi hanno dato una cura. Solo qualche sedativo. Mi è stato detto che stavo bene". Una richiesta d'aiuto, la sua, di sicuro sottovalutata. 

Per l’avvocato Di Martino: "Travaglini è cosciente di non stare bene, anche se l’accaduto è stato grave. Le sue condizioni di salute vanno meglio accertate, anche per verificare lo stato di compatibilità con lla prigione".

I conoscenti lo descrivono come "un ragazzo schivo che non usciva mai e non parlava con nessuno". In casa, di recente, pare avesse avuto liti, anche violente, con i familairi. Il sindaco di Casoli, Massimo Tiberini, afferma: "Ho saputo subito della tragedia sfiorata, dall’immediato racconto di quanti avevano assistito alla scena. Sono solidale con le persone ferite e l’intera città. Sono totalmente sconvolto per l’accaduto, come la mia comunità".  15 set. 2022

WALTER BERGHELLA     

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