Scontro tra gang sfocia in omicidio: a San Benedetto del Tronto ucciso giovane di Giulianova

Ucciso durante una lite.

Muore a 24 anni, colpito con un machete e un coltello, sul lungomare nord di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). Un giovane di origini nordafricane è stato trovato esanime, all'alba, dopo essere stato colpito con un'arma da taglio che non gli ha lasciato scampo.

La vittima, Amir Bhenkarbuch, era nato in Italia ed era residente a Giulianova (Teramo). 

I soccorritori del 118 e i militari del 112, allertati dai residenti, si sono precipitati sul luogo, in via Fabio Filzi, ed hanno trovato il ragazzo agonizzante: è morto poco dopo. Un fatto di sangue in cui ci sarebbero altri tre feriti. 

Sono stati identificati, dopo i fatti, diversi sospettati, che gravitano tra San Benedetto del Tronto, Grottammare e Martinsicuro (Te), ma non vi sono ancora provvedimenti di fermo. 

Ad affrontarsi, in modo cruento, gang rivali, composte da extracomunitari, all'uscita di un locale di San Benedetto del Tronto. Le due bande, di nordafricani di seconda generazione, una marchigiana e l'altra proveniente dall'Abruzzo, si sono incrociate in un dancing, dal quale sono stati cacciati, e poi sono venute allo scontro fuori dal locale, dove è spuntata un'arma da taglio che ha ammazzato il giovane e colpito un altro ragazzo che era con lui. Quest'ultimo, pensando che la ferita fosse lieve, è riuscito a raggiungere la sua abitazione a Grottammare da dove ha chiamato il 118, che lo ha soccorso e trasferito in codice rosso con l'eliambulanza all'ospedale di Torrette, ad Ancona, per una grave emorragia.  Altri due giovani si trovano all'ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto per ferite da arma da taglio. 

Sul luogo della tragedia sono intervenuti il procuratore di Ascoli Piceno, Umberto Monti; il comandante provinciale dei carabinieri, Domenico Barone, e il medico legale. Dopo i rilievi della Scientifica, la salma è stata trasferita all'obitorio dell'ospedale di San Benedetto.

"Basta con l'indifferenza: ora è il momento di agire". Il segretario della provincia di Ascoli Piceno del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) Massimiliano D'Eramo esprime la frustrazione e l'urgenza di fronte al dramma, sottolineando che "la morte di un giovane di soli 24 anni, che segue una grave aggressione che ha coinvolto una nostra collega lo scorso mese di febbraio, segna il punto di non ritorno". D'Eramo denuncia una situazione insostenibile, dove "l'abuso di alcol e droghe, soprattutto tra i giovani, è una piaga che deve essere fermata immediatamente. I locali devono rispettare regole severe - afferma -. E' inaccettabile che esercizi commerciali rimangano aperti fino alle 5 o 6 del mattino, alimentando caos e illegalità". Il segretario provinciale del Sap chiede interventi drastici, come la chiusura dei locali rigorosa e senza eccezioni e la vendita di bevande alcoliche vietata dopo le 2 del mattino. "Le forze dell'ordine, che ogni giorno mettono a rischio la propria vita, hanno diritto a politiche concrete e risolutive, non a promesse vane" aggiunge. "Le istituzioni e la politica non possono più voltarsi dall'altra parte: bisogna invece prendere decisioni forti per garantire a tutti un ambiente civile, sicuro e sereno". D'Eramo lancia un appello alle istituzioni per un'azione decisa. "Il tempo delle parole è finito, è il momento di agire".

"E' inadeguato il dispositivo di sicurezza in riviera, l'avvenuto omicidio ne è l'ennesima dimostrazione. E' necessario un cambio della politica sull'ordine e sicurezza pubblica, partendo da chi ne ha la responsabilità". Così il segretario provinciale del sindacato della Polizia di Stato, Benedetto Fanesi.

"Innanzitutto, esprimo la mia vicinanza alla famiglia della vittima per un dolore indicibile, le forze dell'ordine stanno lavorando senza sosta per fare chiarezza su quanto accaduto e individuare i responsabili". Interviene così il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo."Credo che si sia arrivati ad un punto di non ritorno nel tortuoso percorso volto a rafforzare la presenza tangibile e diffusa di personale delle forze dell'ordine. E' ora di avere risposte concrete ed immediate. Quando episodi di questo genere si ripresentano con frequenza, però, quando da ogni parte di Italia giungono quasi quotidianamente notizie simili (e stavolta purtroppo è toccato a noi), ci si deve interrogare se si tratti soltanto di un problema di ordine pubblico. Non può essere solo questo, bisogna agire nel profondo di un malessere sociale di cui evidentemente le istituzioni non hanno ben compreso la portata .I Comuni anche in questo campo sono i posti di frontiera, chiamati a fronteggiare situazioni familiari e personali delicate avendo a disposizione mezzi limitati e sentendo quindi fortissima la frustrazione di non poter fare di più". Spazzafumo da mesi chiede rinforzi per il suo Comune e conclude: "E' ora di guardare con disincanto ad una realtà con la quale non ci siamo mai misurati finora e riprendere le maglie di una rete di coesione sociale che, con tutta evidenza, va rafforzata e dotata di strumenti nuovi". 16 mar. 2025

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