Il ministero dello Sviluppo economico, Direzione generale per la Sicurezza dell'approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche, ha dato il via libera alla "centrale di compressione gas di Sulmona" della Snam Rete Gas Spa, dichiarando la "pubblica utilità dell'opera", riconoscendone il carattere di "urgenza e indifferibilità", nonché la "conformità agli strumenti urbanistici vigenti". I lavori di costruzione della centrale, che dovrebbe nascere a Case Pente e che sarà a servizio del metanodotto Brindisi-Minerbio, dovranno iniziare, così è stato deciso, "entro due anni (...) salvo motivate richieste di proroga, e concludersi entro tre anni dal loro inizio". La Snam, con una nota, annuncia che l'avvio degli interventi sarà accompagnato da monitoraggio costante e dall'installazione di "centraline di rilevamento delle emissioni atmosferiche. Tale attività avrà inizio almeno un anno prima dell'avvio della fase di cantiere". 

"Non ci arrendiamo e ora più che mai continuiamo la battaglia contro la centrale", è la dichiarazione di guerra del sindaco della città ovidiana, Annamaria Casini. L'opera ha avuto l'ok con delibera del Consiglio dei ministri del 22 dicembre scorso: fu un'amara stoccata alla vigilia dello scioglimento delle Camere e, probabilmente, quella decisione ha avuto il suo peso, in Valle Peligna, sul tonfo elettorale delle forze di governo, a cominciare dal Pd. Ora ecco il nulla osta risolutivo. Ma contro l'infrastruttura, sono stati inoltrati ricorsi al Tar del Lazio, da parte di Regione, Provincia e Comune di Sulmona e da parte delle associazioni ambientaliste.  

C'è un ricorso istituzionale e uno presentato da Wwf e Legambiente. Regione, Provincia e Comune di Sulmona fanno leva sui vizi costituzionali e vizi procedurali esistenti, sul principio di precauzione e sul principio di smembramento dell'iter autorizzativo, attraverso il quale sarebbero stati aggirati i procedimenti della Via (Valutazione impatto ambientale). "E sullo spacchettamento del procedimento - sottolinea Mario Mazzocca, sottosegretario alla giunta regionale abruzzese con delega all'Ambiente - potremmo anche decidere di ricorre alla Corte di Giustizia europea, poiché già da tempo ne abbiamo segnalato la non correttezza e il fatto che infrange una precisa direttiva Ue". 
Le associazioni ambientaliste invece denunciano l’attraversamento di zone di particolare interesse naturalistico e paesaggistico, con il pericolo di inquinamento, in una zona, ai piedi della Majella, che risente del cosiddetto effetto di inversione termica (che non permette cioè il circolo dell’aria). Pronti, con le carte bollate, poi, ci sono i comitati per l’ambiente. "Lunedì prossimo  - annuncia il primo cittadino - sarà depositato anche il ricorso congiunto ad adiuvandum di 14 Comuni del comprensorio. E siamo già pronti ad apportare integrazioni con incisive azioni successive".

"Siamo venuti a conoscenza solamente oggi del decreto del Mise, arrivato e notificato questa mattina presso gli uffici comunali" riprende il sindaco di Sulmona e annuncia che "dopo la fase legale, si passerà a quella politica, in cui saranno i nuovi interlocutori a dover prendere in mano le redini della situazione per la salvaguardia del nostro territorio. Attendiamo la formazione del nuovo Governo, - precisa - , noi non arretreremo di un solo passo, continuando a dire no alla centrale di compressione Snam, lottando con tutti i mezzi a disposizione anche contro la realizzazione del metanodotto nei nostri territori a forte rischio sismico". Il 27 dicembre 2017 il sindaco Casini aveva presentato le dimissioni per protestare contro la delibera di approvazione del progetto, chiedendo inoltre al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di ripensare quella "scellerata decisione". Dopo un incontro a Palazzo Chigi, a fine anno, dal quale era emerso che il decreto era 'congelato', Casini aveva ritirato le dimissioni. Ma il ventilato 'congelamento' era una bufala.

Contro il progetto anche il collettivo studentesco di Sulmona che tra l'altro contesta la proposta del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) di far effettuare l'alternanza scuola lavoro all'interno della Snam. "Non vogliamo diventare le pedine che una qualsiasi multinazionale è capace di muovere a suo piacimento - affermano gli studenti -. Noi del Collettivo  di Sulmona - scrivono - combattiamo ogni giorno la battaglia contro la Snam, poiché la costruzione del metanodotto e della centrale di compressione prevista nella periferia della città andrebbe a devastare il territorio. Dunque non è accettabile questa proposta".
09 marzo 2018

Serena Giannico
@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati