Tutelare, valorizzare e promuovere la cozza della Costa dei Trabocchi, attraverso l’ottenimento di marchi e certificazioni, ma anche ampliare l’Organizzazione dei produttori (Op) acquacoltori. Sono questi gli obiettivi che coinvolgono tre allevatori nello specchio di mare che va da Ortona a Vasto (Ch), in collaborazione con il Flag Costa dei Trabocchi, della Regione Abruzzo, del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Per tracciare un punto del percorso intrapreso e per offrire ad amministratori, ristoratori, associazioni di categoria e giornalisti, l’occasione di conoscere meglio il prodotto, ma soprattutto l’iter già avviato per l’ottenimento di marchi e certificazioni, questa mattina nella splendida cornice di Villa Mayer, a Fossacesia, si è tenuto l’evento 'La cozza dei Trabocchi verso la Dop”.

La giornata si è aperta con un convegno. Dopo i saluti del sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, a introdurre il tema è stato Franco Ricci, presidente del Flag Costa dei Trabocchi e del Distretto Agroalimentare di Qualità Abruzzo, ripercorrendo le attività già svolte e quelle in corso. "Da qualche anno gli allevatori dei mitili hanno intrapreso un percorso, molto complesso ma che sicuramente farà bene al prodotto, all’economia e al territorio - ha evidenziato -. Prima ottenendo il riconoscimento come Organizzazione di Produttori, poi ideando un marchio e un relativo disciplinare che, con un gioco di parole, riprendesse il brand della Costa dei Trabocchi ormai conosciuto anche all’estero. E ora attraverso un doppio percorso: da un lato c’è il marchio collettivo europeo, che è già stato depositato, e poi il riconoscimento del prodotto bio e della Dop. Del resto, il loro è un prodotto che ha già tutte le carte in regola per essere considerato biologico, per cui manca solo il riconoscimento formale".

A fornire qualche elemento in più sugli impianti e sulle realtà imprenditoriali coinvolte sono stati il presidente Maurizio Di Pietro e Carlo Pavone, due dei tre imprenditori che, insieme ad Antonio Spinelli, fanno parte della Op. "La nostra organizzazione si è costituita nel 2017 e oggi conta tre soci, per un quantitativo di circa 20mila quintali l’anno e circa 50 addetti. Attualmente lavoriamo per lo più con grossisti, comprendendo un territorio che va da Goro (Emilia-Romagna) a Taranto (Puglia). Il segreto del nostro prodotto sta nell’habitat, perché grazie alla presenza di fiumi e di correnti di acqua dolce, c’è una qualità delle acque eccellenti e piene di nutrimento per i mitili".

Un contributo più tecnico-scientifico è stato, invece, quello fornito dal docente Pietro Giorgio Tiscar dell’Università di Teramo che ha offerto anche un quadro d’insieme del settore dell’acquacoltura a livello nazionale. "Secondo i dati dell’Osservatorio europeo sulla Blue Economy - ha riferito - a livello nazionale ammonta a 600.000 unità il personale che lavora nel settore, di cui il 60 per cento nel turismo, 8.000 persone nel settore dell’acquacoltura e 7.000 dedicate proprio al prodotto cozza. L’operazione di tutela e valorizzazione del marchio rappresenta senza dubbio anche una promozione dell’intero territorio".

In prima linea, al fianco degli acquacoltori, è anche la Regione Abruzzo che è intervenuta con il dirigente del Servizio Sviluppo locale ed economia ittica, Francesco Di Filippo. "Fare sistema e puntare sull’acquacoltura si inserisce perfettamente nella nuova azione strategica della Regione , "Abruzzo Blue Deal". Proprio il 14 giugno ci sarà un nuovo tavolo dedicato a questo settore che sta diventando sempre più centrale".

A tracciare le conclusioni, il direttore del Flag Costa dei Trabocchi, Valerio Cavallucci. "La storia di questo territorio ci insegna che ci sono stati dei pionieri che hanno saputo raggiungere risultati straordinari: prima con la salvaguardia e la riscoperta dei trabocchi ormai in abbandono, poi con la trasformazione del vecchio tracciato ferroviario nella nota Via Verde che sta portando tanta visibilità e turismo. Vogliamo proseguire in questa strada, grazie al coinvolgimento delle imprese, della Regione, delle associazioni di categoria, delle amministrazioni locali".

Poi spazio alla conoscenza del prodotto dal punto di vista culinario con un testimonial d’eccezione, lo chef stellato Nicola Fossaceca. "Ho sempre avuto una passione per le cozze -  ha rivelato -. Da piccolo guardavo mia madre che le puliva e poi le rubavo e le mangiavo. E' con grande piacere che contribuisco a questo percorso di valorizzazione di un prodotto non solo locale, ma anche eccellente". Sono state tre le ricette proposte , anche in abbinamento con altri prodotti: cozze con fagiolini e peperone dolce di Altino, cozze con spuma di ceci di Navelli e risotto in versione estiva con cozze, crema di bietola, limone candito, aglio rosso di Sulmona e prezzemolo. 22 mag. '23

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