Sulmona. No gasdotto. La protesta ambientalista costringe alla ritirata i tecnici Snam
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Attesi... al varco, oggi, a Sulmona (Aq), i tecnici della Snam, giunti per installare le centraline per rilevare la qualità dell'aria. Un sit in ecologista, contro il gasdotto progettato nella città peligna, li ha costretti alla ritirata. Davanti a cartelli, striscioni e alla contestazione sono spariti in fretta.

 E' accaduto nel piazzale del campo sportivo di via XXV Aprile, poco dopo le 11. I tecnici dell'azienda, accompagnati da quelli del Comune, davanti alla protesta, hanno deciso di stoppare il sopralluogo. "Non siamo una colonia della Snam, fuori dal nostro territorio", hanno gridato cittadini e rappresentanti di associazioni che da tempo portano avanti la battaglia. "Andate via, non vogliamo la Snam, il gasdotto non serve", ha sottolineato Mario Pizzola, leader degli ambientalisti, ricordando che la lotta per impedire la realizzazione di centrale e gasdotto va avanti, nonostante le due recenti sentenze con cui i giudici del Tar Lazio hanno rigettato il ricorso della Regione Abruzzo e del Comune di Sulmona per bloccare la centrale di compressione che dovrebbe sorgere in località Case Pente.

"Noi giovani siamo qui perché pensiamo alle generazioni future che vogliono un luogo immune dai rischi di inquinamento", hanno evidenziato i rappresentanti del collettivo AltreMenti. 

"In merito a quanto accaduto, Snam precisa che i propri tecnici - recita una nota della società - stavano effettuando un sopralluogo propedeutico all'installazione di centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria in città, a tutela del territorio, e ottemperando così alle prescrizioni, nei tempi e nelle modalità previste dalle autorizzazioni". 

"Centrale e gasdotto, se realizzati, durerebbero almeno fino al 2070 - fa presente il coordinamento "No hub del gas" - quando tutti gli scienziati sostengono di abbandonare le fossili il prima possibile e comunque azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. Il Governo può fermare subito il gasdotto, visto che, tra l'altro, non è stato ancora approvato. Porti in Consiglio dei ministri il procedimento bocciando l'opera come richiesto da Umbria e Abruzzo. Sarà finalmente un atto concreto per salvare il clima". 
 
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