Giornata della memoria... Fossacesia. 'Quei passi nell'orrore delle tombe aperte dalle bombe'

Era piccola, ma gli eventi di quei giorni, con la guerra che rombava tra le case con i suoi orrori, le sono rimasti marchiati nella mente.  E li ha raccontati nel libro "Broken free", che presto potrebbe essere pubblicato anche in Italia a cura dell'associazione Itaca.

Lei è Luisa Tullio, scrittrice americana ottantenne, nata a Fossacesia (Ch), qui vissuta fino alla sua adolescenza.A bitava nella campagna nei dintorni di Mozzagrogna (Ch), con vista sulla valle, in regime di mezzadria in uno dei fondi dei proprietari della ricca famiglia Marcantonio  dove anche le truppe alleate erano stanziate con le tende militari, dando così alla bimba la possibilità di ritrarre in modo diretto e originale le operazioni belliche. 

Era la primavera del 1944 e i bombardamenti erano in corso  a tutto spiano: Lanciano era stata già devastata a lungo e Fossacesia rasa al suolo: strade, camion militari, chiese, case.... dissennatamente abbattuti. Nel giorno del suo compleanno, venuta a conoscenza della distruzione che c'era stata, la mamma di Luisa, il cui marito era disperso in Russia, volle andare dalla fattoria in cui stavano a Fossacesia per sincerarsi della situazione e portò, come sempre, la figlia con sé.

Si era appena spento il ronzio assordante degli aerei da combattimento e la donna si avviò, lungo scorciatoie di campagna, verso il paese, attraversando prima la valle in discesa a est verso il mare e poi risalendo la collina, girando verso San Giovanni in Venere che si stagliava davanti a loro. Arrivando sull’altura videro il tetto dell’abbazia crollato e ammutolirono, proseguendo in silenzio verso il paese, lungo il viale alberato.

In fondo, sulla destra, si trovarono alle porte del cimitero dove furono investite da una visione spettrale: "La curiosità di mamma - scrive la donna nel volume - le impedì di accorgersi che non potevo fronteggiare l’orrida realtà della guerra. Fece il giro del cimitero. Fu terribile. Le piccole tombe di famiglia crollate; ai bordi dell’area cimiteriale l’intera struttura muraria era crollata in tutta la sua lunghezza. Alcune bare pendevano pericolosamente dall’alto, alcune erano a terra, altre si erano aperte. Vidi scheletri senza testa e scheletri interi".

Sfacelo ed orrore, la morte regnava in ogni strada, lungo i loro passi, timidi e sempre più timorosi. "... L’imponente Palazzo Mayer - racconta - era danneggiato, la chiesa del Rosario in rovina e la cupola della chiesa di San Donato  scoperchiata e  schiacciata come la corazza di un dinosauro. Le strade erano ricoperte di rovine e dovevamo fare attenzione nel farci strada. Si incontravano soldati che trasportavano corpi avvolti in lenzuola. C’erano cadaveri di civili abbandonati nelle strade. Strinsi forte la mano di mamma. Quando arrivammo alla chiesa del Rosario, ella si accorse  all’improvviso del calore della mia mano e del mio viso.  Si preoccupò e mi chiese cosa avessi. Le sembrò avessi la febbre alta, tremavo, nonostante indossassi un pesante maglione di lana,un cappello e scarpe fatte con la pelle di coniglio cucita su delle pesanti calze di lana con un bordo di gomma alla fine. Il suo istinto materno finalmente emerse , mi prese in braccio  teneramente ponendomi sulle spalle per scendere la collina fino alla fattoria".

Dopo una traumatica fanciullezza nell'Italia devastata dalla guerra, Luisa Tullio, che fu salvata dalla nonna, si trasferì nello stato della Pennsylvania. 

Maria Isabel Aganippe

@RIPRODUZIONE VIETATA

Si ringrazia l'associazione "Itaca" per i materiali messi a disposizione della redazione

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