Ha scritto centinaia di brani indimenticati, affidati all’interpretazione di artisti particolarmente amati dal pubblico. Giulio Rapetti… “Chiamatemi solo Mogol”, dice lui, uno dei più famosi parolieri del nostro Paese, che ha portato la musica e la poesia italiane in giro per il mondo, incanta Atessa (Ch).

In uno spettacolo in cui viene trascinato da un poliedrico e accattivante Germano D'Aurelio, in arte ’Nduccio. Piazza Garibaldi gremita, nonostante il distanziamento sociale imposto dal coronavirus, per un appuntamento voluto dal Comune nell’ambito delle manifestazioni estive. “Tutti ti ricordano per il sodalizio artistico con Lucio Battisti dal quale hanno preso vita brani memorabili, rimasti nell’immaginario sonoro collettivo”. “E’ stata una proficua collaborazione - risponde - durata a lungo, ma il brano che ha venduto di più è stato “L’emozione non ha voce”. Mina, Riccardo Cocciante, Gianni  Bella, Mango, la Pfm - aggiunge - sono solo alcuni dei tanti nomi con i quali ho collaborato”. Lavori divenuti grandi successi del pop made in Italy e che spaziano da uno stile impegnato e partigiano ad un altro più “svincolato” ma elegante. "Ora sono stato eletto presidente Siae - annuncia Mogol - e ci stiamo battendo per aiutare gli autori, in un momento così difficile".

“Mogol - dice il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli - ha dato risalto e valore alla nostra musica, portandola a diventare un patrimonio culturale riconosciuto universalmente”. “Egli - aggiunge l’assessore Giulia Orsini - fa parte del nostro bagaglio di vissuto e di esperienze”. "Hai inciso brani nel cuore e nella memoria di tutti noi - fa presente 'Nduccio - e per questo non finiremo mai di ringraziarti". Oltre 50 anni di musica, più di 1.500 testi registrati e comunica lui stesso... “ 523 milioni di dischi venduti… Dobbiamo esserne orgogliosi, - afferma - perché lo ha fatto un italiano”. Sul palco, a suonare 12 successi, a cui seguono aneddoti, commenti e ricordi, il gruppo Medit Voices del maestro Angelo Valori. Mogol canta e incita il pubblico a farlo “perché fa bene alla salute” e balla, da seduto, mentre scorrono note. Che resistono al tempo “perché - spiega - generano e regalano emozioni. E’ questo il segreto del… per sempre”. “Raccontaci il tuo legame con l’Abruzzo”, lo esorta Nduccio. E lui parla delle estati d'infanzia passate, da giugno ad agosto, a Silvi, dove lo portava il padre. Città per cui ha composto “Via degli Oleandri”, ma a cui ha dedicato anche “La canzone del sole”… “Tutto questo - chiude ‘Nduccio - ci rende orgogliosi e fieri”.

Serena Giannico

Servizio di Massimiliano Brutti

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