Virus Cina. Rientrato in Italia lo studente di Pescara che si trovava a Wuhan

Sono all'ospedale militare della Cecchignola i 56 italiani rientrati, in aereo, a Roma, dalla regione di Wuhan, epicentro del contagio del Coronavirus.

Non è potuto salire sul velivolo diretto nella capitale un ragazzo di 17 anni che ha la febbre e che si trovava ospite di una famiglia a 400 chilometri da Wuhan, nell'ambito di un progetto che prevede un anno scolastico all'estero. 

"Arrivato, sto bene": così Lorenzo Di Berardino (nella foto), studente 22enne di Pescara ha tranquillizzato i suoi genitori, Giulio e Alessandra, giunti davanti al Centro sportivo olimpico Esercito alla Cecchignola per poter vedere l'arrivo dei pullman davanti ai locali allestiti nella cittadella militare dove il gruppo trascorrerà 14 giorni di isolamento. "Ci ha detto che stanno bene sia lui che gli altri connazionali -  raccontano i genitori -. Lui non ha avuto paura, anzi ci tranquillizzava e diceva che si stava facendo un eccessivo allarmismo". "Tornerò presto in Cina", dichiara invece lui, Lorenzo. 

Intanto in Abruzzo sono rientrati tutti, finora, gli allarmi. Sono stati tre i casi considerati sospetti e hanno riguardato due giovani, di 20 e 19 anni, cinesi ricoverati all'ospedale "Mazzini" di Teramo e oggi dimessi e un bimbo messo in isolamento nel reparto di Malattie infettive del San Salvatore dell'Aquila, ma colpito solo da influenza, come hanno accertato le analisi eseguite all’Istituto Spallanzani di Roma. 

Oggi a Pescara, convocata dal dirigente del Servizio Prevenzione e Tutela sanitaria della Regione, Stefania Melena, c'è stata una nuova riunione operativa, con le Asl, per fare il punto sulle misure da adottare in caso dovessero registrarsi casi di Coronavirus.

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