In migliaia, questa mattina, hanno attraversato il centro storico dell'Aquila per protestare contro la richiesta dello Stato e dell'Ue di restituire, in un'unica soluzione, tasse che erano state ridotte del 60 per cento, con una legge dello Stato, nel 2011, dopo il sisma del 2009, per agevolare le imprese. Si tratta di un cifra di 75 milioni di euro. Secondo la legge i comuni del cratere dovrebbero restituire solo il 40 per cento di tributi e contributi; invece, a seguito dell'intervento dell'Ue, che ha dichiarato illegali gli sgravi concessi ai terremotati, adesso il governo chiede indietro l'intero importo. Ma L'Aquila non ci sta. E oggi corteo di protesta. "Non si può uccidere così un territorio; a rischio tante aziende e centinaia di posti di lavoro. Noi abbiamo solo applicato una legge dello Stato". "E' burofollia... ", si legge in un cartello. E in un altro: "Reduci dal terremoto, vittime dello Stato". La marcia è partita dalla Fontana luminosa, per arrivare alla villa comunale. "No al terremoto fiscale", così recitava lo striscione che apriva la manifestazione, promossa da Regione Abruzzo e Comune. 
16 aprile 2018

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