Tornareccio. Portano gregge al pascolo e vengono assalite da un branco di lupi
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Doveva essere una mattina come tante altre per Anna Maria Piteo e la sorella Maria Pia, rispettivamente di 33 e 30 anni, titolari, insieme al padre Francesco, dell’azienda agricola "I due cuori" in contrada Torricchio di Tornareccio (Ch).

Col sole, ieri, hanno intrapreso il cammino, insieme ai propri cani e al proprio gregge, di circa 350 capi, tra capre e pecore, verso i pascoli più verdi dove, le due giovani ovinicoltrici, non si sarebbero mai immaginate di essere osservate e attese da un branco di lupi.

Sono circa le 10.30 quando, in località Matritano, i quattro pastori abruzzesi che scortano il gregge fiutano un'aria strana, mentre i border collie sembrano più nervosi a mano a mano che avanzano. Le allevatrici si trovano a pochi chilometri da casa, quando i predatori sono già addosso ai loro animali.

“Erano circa 10 o 11 lupi – racconta Anna Maria Piteo, che si dice provata dal sanguinoso assalto -. Non abbiamo neanche fatto in tempo a renderci conto di cosa stesse accadendo. I cani, ad un certo punto, si sono uniti per provare a fronteggiare il pericolo ma quattro pastori abruzzesi non possono bloccare undici lupi e i border collie non sono da difesa".

Il gregge, terrorizzato, inizia ad allargarsi, tra i latrati, tra le grida delle allevatrici, nel panico, che tentano di richiamare i cani e spaventare i lupi. Che sono troppi, i cani si dividono per cercare di difendere sia le pecore che le loro padrone. C'è sgomento e indecisione e i lupi ne approfittano: si lanciano, all'improvviso, sul gregge, con la precisione di un bisturi affilato, approfittando della confusione e della calca creata dalle pecore e dalle capre spaventate, riuscendo a trascinare via così gli animali più deboli e quelli impediti nella fuga dai propri agnelli. Un massacro.

“Siamo abituate ai lupi, ma mai come quest’anno – continua Anna Maria -. Chiediamo un aiuto concreto alle istituzioni, perché se è vero che il lupo deve essere protetto è anche vero che i pastori e i loro animali devono essere tutelati e risarciti quando accadono questi avvenimenti".

Alla fine si contano venti pecore e dieci capre uccise, sgozzate, ferocemente dilaniate, un cane ferito alla gola e altro bestiame disperso. 

"I lupi non possono cambiare la loro natura ma neanche noi possiamo cambiare la nostra ed è giusto che si venga salvaguardati nel nostro lavoro - tuona a questo punto Anna Maria Piteo -. Siamo cresciute con questa passione. Fin da bambine passavamo ore dopo la scuola ad accudire gli animali nelle stalle per vederli nascere e tirarli su. Gli animali che abbiamo perso oggi li abbiamo fatti nascere io e mia sorella, li abbiamo cresciuti come se fossero di famiglia e vederli trascinare dai lupi in mezzo alla vegetazione per sbranarli e i latrati dei cani ci ha fermato il cuore – conclude -. Stiamo curando il bestiame ferito, ma all'appello mancano diverse pecore, tra l'altro, e i piccoli si lamentano. Alla fine rimane soltanto una enorme sensazione di vuoto, di totale impotenza e il desiderio di non rimanere più in silenzio: qualcuno dovrà pure ascoltarci". 11 feb. 2025

MARIANO PELLICCIARO

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