Terrorismo. Arresti in Abruzzo. 'Che botta a Parigi... Uccidono i nostri, figli e noi uccidiamo loro...'

Hanno creato fondi neri per oltre un milione di euro, in parte frutto di evasione fiscale realizzata con fatturazioni false, per finanziare il trasferimento in Siria dei militanti legati all'organizzazione radicale islamica 'Al-Nusra'. La cellula terroristica, con dieci componenti - otto tunisini e due italiani - è stata scoperta e sgominata in Abruzzo dai carabinieri del Ros (Reaprto investigativo scientifico) e dai finanzieri del Gico dell'Aquila sotto il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo de L'Aquila. Nei guai anche l'imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro (Te) e una commercialista italiana. L'operazione è stata denominata "Zir".

L'indagine, partita nel 2015 dopo che l'imam aveva espresso posizioni anti occidentali basate sull'incitamento al terrorismo, ha portato al controllo di 55 sospettati, all'iscrizione nel registro degli indagati di 17 e all'arresto di dieci - due in carcere, gli altri ai domiciliari - tra le quali lo stesso Imam e una commercialista di Torino: tutti sono inquisiti per reati tributari e di autoriciclaggio, con finalità di terrorismo. Il principale indiziato è un tunisino, finito in prigione, che commerciava in tappeti e ristrutturazioni edili. L'uomo risiede a Torino, ma aveva la dimora ad Alba Adriatica (Teramo), ed organizzava il trasferimento di soldi in Siria e Turchia anche per "favorire il passaggio di aspiranti terroristi" in quei Paesi.

"Il denaro veniva trasferito con operazioni illegali - ha spiegato il comandante regionale abruzzese delle Fiamme gialle, Gianluigi D'Alfonso - tra cui fatturazioni false, con trasferimenti con corrieri e anche con il pagamento di somme superiori ai dipendenti che poi portavano indietro la parte eccedente". Dagli accertamenti è emerso l'ingiustificato flusso di soldi che transitava anche in Germania e Svezia. Secondo il procuratore antiterrorismo dell'Aquila, Michele Renzo, la cellula terroristica era un punto di passaggio e una centrale operativa nello stesso tempo "perché la struttura e qualsiasi punto nevralgico sono punti di arrivo e di partenza di focolai di radicalismo". La commercialista piemontese è accusata di avere tenuto la contabilità del gruppo, mascherando gli illeciti contabili che servivano a finanziare il terrorismo in Siria, tra i quali l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti - molte delle quali 'autoprodotte' - per oltre due milioni di euro.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati circa un milione di euro ad alcuni indagati e quattro appartamenti tra Martinsicuro ed Alba Adriatica (Teramo), di proprietà di altri finiti nei guai.

"Che botta però a Parigi eh, mi tengo la mia opinione per me, e me lo tengo nel cuore. Non è la questione credere o non credere, se ti è piaciuta o non ti è piaciuta. Con loro che uccidono i nostri figli noi uccidiamo i loro figli, con loro che uccidono le nostre donne noi uccidiamo le loro donne…". Così parlavano in una conversazione intercettata dagli investigatori.

"In Siria ci sono vari gruppi e non bisogna unirsi al gruppo sbagliato. I migliori sono al Nusra e Fateh al Islam che sono appoggiati da stati come Qatar e Arabia Saudita. Ci sono altri gruppi che non si sanno comportare, al Nusra invece è l'esercito dell'Islam, è un'organizzazione buona…", dicono ancora in un'altra intercettazione.

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