Tatuaggi ai piedi: aspirante vigilessa di Lanciano fuori da concorso. Tar ne respinge ricorso

“Mi sembra una vicenda del tutto assurda per due tatuaggi ai piedi, una farfalla e un cuore col nome di mio padre. Non mi sembra giusto. Sono delusa dalla sentenza del Tar Abruzzo, ma andrò fino in fondo tornando a ricorrere di nuovo in Consiglio di Stato. Come donna mi sento discriminata dopo aver superato il concorso e le visite mediche”. 

La mancata vigilessa di Lanciano, T. G., 35 anni, si è vista respingere dalla sezione del Tar di Pescara il ricorso per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della determina del 26 settembre 2024, recante il giudizio di non idoneità nel profilo di istruttore di Polizia Locale.

Questa la decisione dei giudici Paolo Passoni, presidente, Massimiliano Balloriani, consigliere, Silvio Lomazzi, consigliere estensore. Le spese di giudizio sono state compensate tra la ricorrente e il Comune di Lanciano (Ch) rappresentato da Emanuele Laudadio, dell’Avvocatura comunale. Quei tatuaggi ai piedi sono stati un pesante impedimento per vestire la divisa di vigile urbano a Lanciano dopo aver superato la selezione. 

Ad inizio anno il Consiglio di Stato aveva accolto alla mancata vigilessa l’appello cautelare ai soli fini della rapida fissazione dell’udienza di merito, troppo lungo a Roma, che così è tornato di nuovo al Tar di Pescara che già lo scorso dicembre aveva respinto il ricorso per la sospensione cautelare dell’esclusione dalla graduatoria fatta dalla donna. Il ricorso era contro il ministero dell’Interno e Comune di Lanciano che non l’aveva assunta dopo che lei aveva superato le prove per accedere alla graduatoria ed entrare nell’organico dal 1° novembre 2024. Anche due uomini vennero esclusi ma non hanno fatto ricorso. Per i tre ci fu lo stop dalla commissione medica della polizia di Stato di Chieti, in base al regolamento dello Stato che vieta i tatuaggi agli appartenenti alle forze dell’ordine. Alla fine sono entrati nella polizia locale solo in 5. 

La donna, almeno per ora, è difesa dagli avvocati Amedeo Di Odoardo e Fabio Caprioni, dello studio Legal ABC di Teramo che hanno sempre evidenziato la condizione di discriminazione di genere dal momento che, essendo donna, nell’indossare la gonna si potrebbero vedere i due tatuaggi che la ricorrente ha nella caviglia e sul piede. “Non escludiamo un nuovo ricorso al Consiglio di Stato per un ultimo tentativo – precisa l’avvocato Di Odoardo. Per il Tar di Pescara, prima sezione, non c’è stata alcuna discriminazione, dal momento che neppure i vigili maschi, se portassero i calzoncini corti, come è previsto nella divisa estiva, oltre ai pantaloni lunghi. Per il Tar non esiste discriminazione uomo – donna, dal momento che è trasversale la situazione sia con la gonna che con i pantaloncini corti”.

Dunque anche per i vigili pena l’esclusione se hanno i tatuaggi dalle gambe ai piedi Nell’udienza del 9 maggio 2025 la causa è stata discussa e quindi trattenuta in decisione. Ora la decisione del Tar che ha stabilito l’ inammissibilità del ricorso sollevata dall’Amministrazione statale, per difetto di rilevanza, stante l’infondatezza nel merito del ricorso medesimo, da respingere, secondo le ragioni dirimenti di seguito esposte. I giudici hanno evidenziato che è causa di inidoneità la presenza di tatuaggi sulle parti del corpo di Polizia Municipale non coperte dall’uniforme, richiamati dal regolamento per le cause di inidoneità per l’accesso all’impiego come vigili urbani. 04 giu. 2025

WALTER BERGHELLA

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