Pescara. Sequestra, lega e droga escort: arrestato a Monza figlio di 'Lady Coumadin'
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Era a terra, ai piedi del letto. Era stata malmenata e costretta a sniffare cocaina prima di un rapporto sessuale, stringendole un cavo attorno al collo e minacciandola: ''Se gridi ti ammazzo''. E' l'incubo vissuto da una prostituta rumena di 30 anni in Brianza.

L’hanno trovata così i carabinieri, a Desio, provincia di Monza, quando nel cuore della notte sono entrati all’interno di una stanza d’albergo dove era arrivata con un 28enne di Pescara che poi aveva rinchiuso e sequestrato la donna. L'incubo si è concluso grazie alla segnalazione di una amica 26enne della ragazza che non vedendola rientrare, dopo essersi allontanata ore prima con il cliente, si era preoccupata ed aveva allertato le forze dell'ordine. 

I militari l'hanno stanata in una stanza d'hotel malconcia: era stata picchiata e seviziata e obbligata ad assumere droga. 

La escort aveva seguito il giovane per un incontro a pagamento. In quella stanza però la situazione è precipitata e lui si è ben presto trasformato in un aguzzino. Per evitare che urlasse e chiedesse aiuto l'ha bloccata passandole un cavo del telefono attorno al collo. Le ha pure preso lo smartphone che ha squillato tutta la notte, inutilmente, fino a che l’amica, spaventata, ha allertato il 112.

Quando i carabinieri hanno aperto la porta, lui si era nascosto in bagno. Lei era terrorizzata; lo stupefacente era sulla scivania. La ragazza, sotto choc, è stata soccorsa e accompagnata in ospedale, mentre per l'uomo,  Michele Gruosso, sono scattate le manette.

Il giovane è figlio di Daniela Lo Russo, ribattezzata “Lady Coumadin”, 46enne di origini pugliesi che nel 2016 a Pescara tentò, proprio insieme al figlio, di uccidere il marito di Spoltore (Pe) somministrandogli dosi massicce di Coumadin, farmaco anticoagulante. Lo Russo, per il tentato omicidio del coniuge, era stata condannata a 13 anni e 8 mesi di carcere. Insieme a lei era stato condannato a 12 anni e 8 mesi anche il figlio. Dopo la condanna, la donna fu rimessa in libertà ma dopo qualche mese venne nuovamente arrestata perché si introdusse negli uffici del Tribunale de L'Aquila e rubò i fascicoli che la riguardavano, bruciandoli per strada. Alla fine si è tolta la vita a Serra San Bruno in Calabria. 05 feb. 2023

@RIPRODUZIONE VIETATA

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