Nave italiana assalita dai pirati in Messico: due feriti. A bordo marittimi di Ortona e Martinsicuro
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Un commando di pirati ha attaccato, nel Golfo del Messico, la nave italiana "Remas", che si occupa di rifornimento delle piattaforme petrolifere offshore. Nell'assalto sono rimasti feriti due italiani, che non sono in pericolo di vita. Sull'imbarcazione, della società Micoperi, ci sono anche marittimi abruzzesi.

I corsari sono arrivati a bordo della "Remas" - lunga 75 metri e di 2.600 tonnellate , costruita nel 2011 in Turchia e in navigazione con bandiera italiana - utilizzando due barchini veloci e, dopo essere saliti a bordo, hanno aperto il fuoco contro l'equipaggio, derubandolo prima di dileguarsi. 

Al momento dell'assalto, sulla nave erano in 35, compreso un ufficiale della Marina mercantile messicana, che ha poi coordinato i contatti con le autorità locali. I feriti sono stati sbarcati nel porto di Ciudad del Carmen, dove la "Remas" è arrivata scortata da una unità militare messicana. Lì ha trovato il personale medico allertato per i soccorsi.

I feriti sono Andrea Di Palma, di Ravenna, e Vincenzo Grosso, pugliese. Il primo è stato raggiunto ad un ginocchio da una pallottola: gli hanno sparato ad una gamba in una sparatoria; l'altro è stato colpito in testa con una mazza. Tra il personale di bordo anche i marinai Romandino Di Felice, macchinista, di Martinsicuro (Teramo) e il meccanico, Livio Vespasiano, di Ortona (Chieti). 

"Il Messico non è per tutti.. E' solo per i messicani", scrive sul suo profilo Facebook Vespasiano. Agli amici che gli chiedevano come andasse, ha scritto: "Diciamo tutto apposto compà". "Stanno però bene entrambi - conferma il sindaco di Ortona, Leo Castiglione -. La Micoperi ci ha spiegato che l'attacco è durato 10 minuti, non di più. Certo, che per noi di Ortona è sembrato rivivere la vicenda del 2009 con il sequestro della nave da parte dei pirati in Somalia". 

Non è la prima volta che un'imbarcazione del gruppo italiano Micoperi, con sede a Ravenna ma che ha cantieri anche ad Ortona, finisce nel mirino di predoni: dieci anni fa, era l'11 aprile 2009, la 'Buccaneer' venne attaccata al largo della Somalia e i 16 membri dell'equipaggio furono presi in ostaggio per quattro mesi. La liberazione avvenne il 9 agosto, dopo un lungo lavoro diplomatico. Tra i prigionieri due ortonesi, il comandante del rimorchiatore, Mario Iarlori, e il secondo ufficiale di macchina, Tommaso Cavuto. 

"Pensavo di vivere in un film. Mi sono trovato cosparso di sangue non mio. Con questo ragazzo a terra. Mi ha guardato e mi ha detto... 'Mi hanno sparato': così racconta le fasi iniziali del drammatico abbordaggio il primo ufficiale della nave, Alessandro Fiorenza. In quei momenti "£non mi ero neanche accorto che dietro di me c'erano i pirati", continua. "Sono andato in cucina a prendere delle bende. Ho cercato di fermare il sangue con dei fili elettrici, del caricabatterie del telefono... ", ma "dei marinai si erano chiusi in una cabina e loro pensavano che io fossi un pirata e non mi aprivano. Allora mi sono preso questo ragazzo ferito e me lo sono tenuto stretto stretto e gli dicevo... 'Non ti preoccupare, ti hanno colpito alle gambe». Poi, continua Fiorenza, "hanno massacrato di botte un marinaio che stava di guardia. Hanno puntato le pistole in faccia alla gente" ma "sono riuscito a dare l'allarme".

L'armatore ravennate Micoperi è uno dei maggiori contractor dell'industria offshore ed è attivo da più di 70 anni nel settore Oil&Gas, con la fornitura di soluzioni sottomarine in tutto il mondo. Micoperi, proprietaria di tutte le navi con cui opera, fa parte del gruppo Protan e gestisce in modo autonomo le attività di costruzione offshore.  Micoperi  rappresenta anche per l'Abruzzo un'azienda storica per la quale hanno lavorato in tanti. Una delle prime realtà produttive che ha creduto nel porto di Ortona, dove la "Remas" ha fatto base, e nel suo sviluppo. 

Serena Giannico

@RIPRODUZIONE VIETATA

Nelle foto Livio Vespasiano, di Ortona, il ragazzo biondo. Nell'altra immagine la "Remas"

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