Lanciano. Vita da Cenerentola, con maltrattamenti, lavori pesanti e botte. Assolta la matrigna

Nella denuncia sporta dinanzi ai carabinieri di Lanciano (Ch), il 30 aprile 2013, dipinse la sua vita come quella di una moderna Cenerentola, accusando la madre adottiva di prenderla a vergate col frustino da cavallerizza, di farle pulire le scale in ginocchio, di farle ripetere tre volte le cose affinché le capisse e infine di chiuderla in casa. Comportamenti costati alla madre l’accusa di maltrattamenti e lesioni e che l’hanno portata a processo.

Per la donna ora c’è l’ampia assoluzione per non aver commesso il fatto, sentenza emessa dal giudice del tribunale di Lanciano Andrea Belli che entro 60 giorni deporrà le motivazioni. Sott’accusa è finita An. Re. Ch., 60 anni, di origine tedesca ma stabilmente residente in un comune alle porte di Lanciano dove vive, in campagna, col secondo figlio adottivo e il suo marito italiano. Maltrattamenti che non ci sono mai stati, stando al verdetto; mai commessi da una donna che con generosità ha adottato la figlia che l'ha fatta finire alla sbarra e il suo fratellino, giunti dall’Est europeo. Metodi duri di educazione, denunciati dalla figlia, ora maggiorenne, usati dall’imputata dal 2007 al 28 ottobre 2013. E contro di lei, difesa dall’avvocato Massimo Biscardi, sono scattate pesanti accuse di maltrattamenti e vessazioni psicologiche. Secondo la Procura il metodo educativo contemplava percosse, schiaffi, calci, pugni, strette alle braccia e frustate. Quindi faticosi lavori domestici e nell’orto, accompagnati da insulti quali "Sei stupida, non vali niente, non sei nessuno e non avrai nessuno che ti si prende. Qua non si fa nulla gratis, i miei doveri sono solo quelli di vestirti, darti da mangiare e mandarti a scuola".

Per la vittima, patrocinata dall’avvocato Angela Marina Nigro, sarebbe stata un’esistenza da orribile favola. La ragazza, che si lamenta anche a scuola, con amici e vicini della dura adolescenza, appena compie 18 anni denuncia la madre. Partendo dalle ultime botte che la mandano in ospedale con prognosi di 10 giorni per trauma contusivo al rachide cervico-dorsale. Ma in aula non approda nessun certificato medico. “La sentenza – dice l’avvocato Biscardi - pone fine ad una incresciosa vicenda che ha coinvolto ingiustamente la mia assistita. Il processo ha dimostrato che non vi è stato alcun maltrattamento e la mia cliente ora può riprendersi la sua vita e aiutare la figlia in un lento percorso di recupero della serenità familiare". Il giudice, dopo aver sentito i testi e rilevate discordanze nel racconto reso in aula, ha nominato due periti (psicologo e psichiatra) per valutare il grado di attendibilità della ragazza affetta da disturbo della personalità border line. Anche il papà ha smentito i soprusi. 

All'esito i consulenti hanno concluso che la ragazza ha idee di carattere persecutorio che ne minano la credibilità e non presenta alcun sintomo che possa far pensare a maltrattamenti subiti. Dal 2000 in Germania e in altri 22 Paesi una legge vieta ai genitori di infliggere punizioni corporali ai figli e a bambini in generale, ma finora l’Italia è esclusa. 

Walter Berghella

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